Piante da esterno per verde verticale: quali sono le migliori

Piante da esterno per verde verticale: quali sono le migliori

La scelta delle piante da esterno per verde verticale deve prendere in considerazione diversi parametri e condizioni ambientali, in particolare l’esposizione alla luce naturale, essenziale per la sopravvivenza delle piante.

Laddove ci fosse assenza di luce naturale, è necessario predisporre l’installazione di faretti fitostimolanti, da valutare caso per caso.

È inoltre importante analizzare costantemente il livello di umidità del terreno, attraverso l’installazione di sensori appositi, collegati a un’attività di gestione da remoto.

Ma quali sono le migliori piante per verde verticale? In base alla nostra esperienza, le soluzioni più adeguate sono quelle che andremo a elencare in questo articolo.

1. Alchemilla mollis

Alchemilla mollis

L’Alchemilla mollis, conosciuta anche come Mantello di rugiada o Erba stella, è una pianta erbacea perenne, che forma un ciuffo di foglie morbidamente pelose, di colore verde chiaro con bordi smerlati e dentati.

Presenta piccoli fiori giallo brillante, davvero molto gradevoli alla vista, che ricordano un po’ le mimose.

Questa pianta fiorisce da maggio/giugno a luglio/agosto e può essere messa a dimora sia in luoghi soleggiati che ombreggiati.

2. Phyllitis scolopendrium

Phyllitis scolopendrium

La scolopendria comune, nota anche come Phyllitis scolopendrium, è una felce sempreverde con grandi foglie allungate e lucide.

Alta fino a circa 40 cm, questa pianta forma una rosetta di larghe fronde da erette ad arcuate, con bordi profondamente arruffati. 

La pianta cresce meglio in un luogo ombreggiato; se viene coltivata in condizioni di luce sufficiente, le fronde assumeranno un colore giallo intenso in primavera prima di diventare verdi a fine estate.

3. Bergenia ‘Bressingham White’

Bergenia 'Bressingham White'

La Bergenia ‘Bressingham White’, anche nota come “orecchie di elefante”, è una pianta perenne rizomatosa sempreverde, alta fino a 35 cm, con foglie arrotondate di colore verde opaco e caratterizzata da bellissimi fiori bianchi, che sbocciano in aprile/maggio.

Preferisce una posizione soleggiata e/o semiombreggiata.

4. Bergenia ‘Overture Eroica’

Bergenia ‘Overture Eroica’

La Bergenia ‘Overture Eroica’ è una pianta perenne sempreverde che forma cespi, nota per la sua buona resistenza al gelo, il fogliame decorativo e l’abbondante fioritura.

Presenta foglie sempreverdi di colore verde brillante che diventano rosso e ramate in autunno, e dei bellissimi fiori rosa magenta che sbocciano in primavera.

5. Campanula poscharskyana

Campanula poscharskyana

La Campanula poscharskyana – nota anche come campanula serba in quanto originaria delle Alpi Dinariche nell’ex Jugoslavia – è una pianta perenne semi-sempreverde, apprezzata per i suoi fiori blu lavanda a forma di stella.

Sbocciando a partire dalla tarda primavera all’inizio dell’estate, le masse di fiori sono sostenute da steli sparsi sopra un fogliame di foglie arrotondate di colore verde medio. 

Da semi-sempreverde a sempreverde nei caldi climi invernali, questa campanula serba è perfetta per bordare vialetti o fronti di confine, cadere a cascata sui muri o come tappezzante.

6. Carex oshimensis ‘Evergreen’

Carex oshimensis 'Evergreen'

Il Carex oshimensis ”Evergreen’ è una graminacea ornamentale resistente e perfetta come tappezzante. 

Si tratta di un carice giapponese compatto, sempreverde, a ciuffi, che forma cumuli di foglie gialle variegate, arcuate con margini verde scuro, e piccoli fiori marroni portati su spighe corte in estate.

A maggio e giugno la pianta fiorisce con punte fini di un bel color bronzo.

Il suo essere facile da coltivare, a bassa manutenzione, resistente al freddo e dal portamento compatto, la rendono una splendida pianta da essere utilizzata in un giardino verticale

7. Dryopteris erythrosora

Dryopteris erythrosora

La Dryopteris erythrosora, chiamata anche felce del Giappone, è una felce semi-sempreverde di 75 cm, che forma un ciuffo compatto di fronde largamente ovate. 

Le sue foglie vanno da un verde variegato a un marrone aranciato.

Cresce meglio in un luogo ombreggiato.

8. Geranium x cantabrigiense ‘Cambridge’

Geranium x cantabrigiense 'Cambridge'

Il Geranium x cantabrigiense ‘Cambridge’, altrimenti noto come becco di pellicano, è una specie vigorosa e fiorifera, con piante alte fino a 40 cm, larghe fino a 65 cm, con fiori viola e antere rosa

Si tratta di una buona pianta tappezzante da utilizzare in una parete verde verticale

9. Geranium ‘Rozanne’

Geranium ‘Rozanne’

Il Geranium ‘Rozanne’ è una vigorosa pianta perenne, alta fino a 50 cm, con foglie ordinate, dense, lobate, marmorizzate e screziate di colore verde medio. 

È caratterizzata dalla presenza di fiori blu-viola a forma di piattino, larghi 5 cm, venati di porpora, con un centro bianco, che si aprono dall’inizio dell’estate all’inizio dell’autunno. 

10. Geranium macrorrhizum

Geranium macrorrhizum

Il Geranium macrorrhizum è una pianta erbacea perenne alta circa 20 cm, con fogliame semi-sempreverde aromatico, profondamente lobato. 

I fiori sono luminosi, rosa magenta, e compaiono in tarda primavera e all’inizio dell’estate. 

11. Heuchera ‘Frosted Violet’

Heuchera ‘Frosted Violet’

La Heuchera ‘Frosted Violet’ è una pianta perenne alta circa 30 cm, che forma un cumulo di foglie lobate viola rossastre con una leggera lucentezza argentata sulla superficie superiore e venature viola scuro. 

Presenta bellissimi fiori che vanno dal rosa chiaro al rosa, che sbocciano tra giugno-agosto.

12. Helleborus foetidus

Helleborus foetidus

La Helleborus foetidus è una pianta perenne sempreverde, alta fino a 60 cm, con steli eretti e foglie palmatolobate, ovvero divise in lobi arrotondati, strette e di colore verde scuro. 

Presenta fiori di colore giallo/verde pallido, di solito dai bordi violacei, larghi fino a 2 cm, portati in grandi grappoli aperti dal tardo inverno.

13. Heuchera ‘Lime Rickey’

Heuchera ‘Lime Rickey’

La Heuchera ‘Lime Rickey’ è una pianta a forma di tumulo, con foglie arruffate di un giallo-verde brillante in primavera, che diventano verde lime in estate. 

I cespi si diffondono fino a 45 cm di larghezza, e presentano piccoli fiori bianchi portati su steli verdi, alti fino a 30 cm, che sbocciano in estate.

14. Heuchera ‘Marmalade’

Heuchera 'Marmalade'

La Heuchera ‘Marmalade‘, nota anche come campane di corallo, è una pianta che spicca per il suo fogliame ricco, lucente, ondulato, unico, dal ruggine all’ambra, con parti inferiori di un rosa caldo. 

Vigorosa e resistente alle intemperie, è un’ottima scelta paesaggistica per ogni angolo soleggiato o ombreggiato della parete verde verticale o del giardino.

15. Heuchera ‘Obsidian’

Heuchera Obsidian

La Heuchera ‘Obsidian’ è una varietà particolarmente bella delle campane di corallo menzionate prima. 

Si tratta di una pianta perenne compatta, a forma di tumulo, che si estende fino a 40 cm, con foglie lucide e lobate distintive, di colore nero-rossastro in primavera, che diventano quasi nere man mano che maturano

Racemi di piccoli fiori cremosi sono portati sopra le foglie in estate su steli rossastri scuri, generalmente 25-40 cm, a volte più alti.

16. Heuchera ‘Paris’

Heuchera 'Paris'

La Heuchera ‘Paris’ è una pianta perenne sempreverde, caratterizzata dalla formazione di cespi che producono un fitto cumulo di fogliame argentato con venature verde scuro. 

Spruzzi verticali alti 35 cm di piccoli fiori rosa rosa a forma di campana vengono prodotti per un lungo periodo dalla tarda primavera alla fine dell’estate. 

17. Lonicera nitida ‘Maigrun’

Lonicera nitida ‘Maigrun’

Il Lonicera nitida ‘Maigrun’ è un arbusto sempreverde denso, diffuso, alto fino a circa 1,5 m, con foglie molto piccole, lucenti, di colore verde medio, che contrastano con le nuove foglie verde più chiaro in primavera. 

In primavera vengono prodotti fiori color crema poco appariscenti, seguiti da bacche piccole, sparse e viola intenso.

18. Polypodium vulgare

Polypodium vulgare

La Polypodium vulgare è una felce terrestre o epifita sempreverde, alta fino a 30 cm, con rizomi striscianti e fronde da lanceolate a oblunghe, pennate o molto profondamente pennate, di colore verde scuro.

Tollera in modo ragionevole la siccità ma non la presenza di calce nel terreno e ama un’ombreggiatura parziale.

19. Tiarella ‘Braveheart’

Tiarella 'Braveheart'

La Tiarella ‘Braveheart’ è una pianta perenne semi-sempreverde a forma di ciuffo, con rosette a forma di cuore e/o largamente ovate, profondamente lobate, da luminose a giallo-verdi, con venature marcate di marrone rossiccio e racemi densi e verticali con fiori di soffice rosa pallido a partire dalla tarda primavera all’estate.

20. Tiarella cordifolia

Tiarella cordifolia

La Tiarella cordifolia è una pianta erbacea perenne stolonifera, alta fino a 30 cm, con foglie da 3 a 5 lobi, largamente ovate che diventano color bronzo in autunno, e steli eretti che portano racemi aperti di piccoli fiori bianco crema

Originaria del Nord America, è anche nota come “Fiore di schiuma”.

21. Vinca minor

Vinca minor

La Vinca minor è una pianta perenne vigorosa, sempreverde, con foglie verde scuro lucide e grandi fiori viola-blu a partire da metà primavera all’inizio dell’estate. 

I fiori continuano a fiorire in modo intermittente durante l’estate fino all’autunno, e sono preziosi per ravvivare le aree scure

I lunghi steli finali radicano ai nodi, mentre percorrono il terreno per formare un fitto tappeto di fogliame ricco. È eccellente per sopprimere le erbacce.

Conclusioni

Realizzare una parete verde verticale richiede competenze tecniche molto ampie, sia in termini di progettazione che per quanto concerne la manutenzione ordinaria e straordinaria. 

Per questo motivo si raccomanda il ricorso ad una ditta specializzata nel settore come HW Style, che può creare soluzioni personalizzate e gestire il giardino verticale nel tempo, per mantenerlo sempre rigoglioso. 

5 elementi alla base della progettazione di un parco o giardino

5 elementi alla base della progettazione di un parco o giardino

La progettazione di un parco o giardino richiede competenze ampie e varie, che riguardano non solo gli aspetti edilizi e architettonici, ma anche quelli agronomici, botanici, climatici, ingegneristici, idraulici. Si tratta di un insieme di competenze necessarie per valutare i cinque elementi alla base della progettazione di un parco urbano o di un giardino, sia esso pubblico, privato o aziendale, ovvero:  

  1. le caratteristiche del terreno;
  2. gli aspetti climatici specifici;
  3. le specie vegetali più indicate a coesistere con quelle già presenti;
  4. le caratteristiche del contesto urbano;
  5. i vantaggi funzionali per le persone.

Analizziamo più nel dettaglio questi cinque fattori, sui quali si basa l’approccio di HW Style, azienda specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di parchi e giardini, sia pubblici che privati

1. Le caratteristiche del terreno 

In agronomia si utilizza il termine terreno per indicare lo strato superficiale della crosta terrestre capace di ospitare la vita delle piante, ma ne esistono di diverse tipologie, anzi. 

Il terreno si differenzia in base alla sua composizione fisico-meccanica, chimica e organica, da cui dipende la concentrazione di determinate sostanze al suo interno oltre alla sua densità, compattezza, porosità e profondità (terreno profondo e terreno superficiale).  

I terreni possono essere di natura argillosa (molto pesanti e densi), sabbiosa (più leggeri e permeabili) o limosa (cioè composti per l’80% di limo, mediamente pesanti), e presentare un pH differente

Di conseguenza, in fase di progettazione di un parco pubblico o di un giardino il progettista dovrà eseguire un’attenta analisi del terreno destinato a ospitare il parco urbano o il giardino, per stabilire quali specie di vegetali piantare. 

2. Gli aspetti climatici specifici

Il clima e il meteo influenzano molto la composizione del terreno e lo sviluppo di piante e alberi, quindi la progettazione di un parco o giardino. 

È necessario tenere conto delle temperature minime, medie e massime nei vari periodi dell’anno, dell’esposizione al sole, dei livelli di precipitazioni abituali e del microclima, ovvero il complesso dei parametri ambientali di temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria.

Purtroppo il clima sta cambiando in modo molto rapido e brusco, rendendo sempre più complessa un’analisi sul medio e lungo periodo, per questo è importante valutare l’impiego di soluzioni più flessibili, proprio per far fronte a stravolgimenti delle condizioni climatiche iniziali. 

3. Le specie vegetali più indicate a coesistere con quelle già presenti

Un parco urbano o un giardino, in particolare se pubblico, deve ospitare piante endemiche, autoctone, legate quindi al territorio, al fine di proteggere e favorire la biodiversità del luogo

Le piante sono legate all’ambiente in cui si trovano e sono condizionate da numerosi fattori che ne giustificano la loro presenza, i cosiddetti fattori abiotici (per esempio luce, pioggia, calore, umidità, vento, altitudine) e biotici (es. composizione del suolo). 

Ogni specie vegetale ha una propria zona di riferimento ed è opportuno evitare l’inserimento di specie aliene in un dato territorio

Una classificazione in genere impiegata in botanica è il sistema Raunkiær, che divide le specie vegetali in base al modo in cui adattano la loro morfologia in funzione del clima, delineando le seguenti forme biologiche: 

  • fanerofite;
  • camefite;
  • emicriptofite;
  • geofite;
  • terofite.

Per quanto riguarda il nostro Paese è preferibile selezionare piante che appartengano all’area mediterranea, anche se in Italia è possibile individuare specie originarie di altre zone del mondo, in particolare quelle eurasiatiche al centro-nord e quelle atlantiche nelle regioni tirreniche.

Laddove possibile, si raccomanda di evitare o comunque limitare l’inserimento di piante allergeniche e favorire piante anti smog

4. Le caratteristiche del contesto urbano

Un parco o un giardino urbano svolge un ruolo essenziale nella città in cui viene realizzato, che va oltre l’aspetto urbanistico, architettonico ed estetico. 

Uno spazio verde urbano rappresenta un luogo di incontro, di scambio, di socialità e di vita culturale/sportiva/ludica della città, e va progettato tenendo conto delle esigenze e dei desideri della comunità che dovrà poi goderne. 

Molti comuni hanno ormai adottato delle linee guida dettagliate che indicano le modalità di realizzazione di parchi e giardini pubblici, per questo motivo è importante analizzare e studiare con attenzione quanto indicato dal comune di interesse. 

5. I vantaggi funzionali per le persone

Direttamente connessi al punto 4 ci sono i vantaggi pratici, funzionali, concreti, di cui le persone possono godere frequentando il parco o giardino urbano. 

Giovani, anziani, bambini, famiglie, tutti devono poter vivere appieno l’esperienza di uno spazio verde in città, eliminando vincoli e barriere architettoniche in favore dell’inclusività, e individuando aree destinate a varie funzioni e utilizzi, per esempio uno spazio giochi per i bambini, panchine per gli anziani, spazi recintati per gli amici a quattro zampe, aree fitness attrezzate, e così via.

Non è da sottovalutare, infine, il ruolo ricoperto da giardini e parchi verdi sul mitigare gli effetti del fenomeno delle isole di calore in città, grazie al raffrescamento delle aree in cui sono ubicati e la riduzione delle temperature durante i mesi caldi. 

Come realizzare un giardino aziendale

Come realizzare un giardino aziendale

Le imprese che dispongono di uno spazio da adibire a giardino aziendale, e decidono di realizzarlo, compiono una scelta che avrà un effetto positivo sia per i propri dipendenti che per tutti coloro che visiteranno le proprie sedi come clienti, prospect e candidati. Oltre al valore estetico, infatti, un bel giardino aziendale manda anche un messaggio alla clientela e ai collaboratori dell’azienda di attenzione al benessere, oggi più che mai sentita e apprezzata, ma anche ricercata dall’utenza.

Sempre più persone, infatti, orientano i propri consumi in base all’approccio sostenibile dei brand, scegliendo le realtà più virtuose ed evitando quelle ancorate a valori ormai insostenibili per l’economia e per il pianeta. 

Di conseguenza, realizzare e valorizzare un giardino aziendale vuol dire anche veicolare i valori del brand e la filosofia aziendale, attraverso scelte più green.

Realizzare un giardino aziendale: come si procede

Un giardino aziendale può essere pensato e progettato come un’estensione delle postazioni di lavoro, capace quindi di creare un ambiente accogliente per dipendenti, collaboratori e clienti.

Detto questo, le fasi da seguire per la realizzazione di un giardino aziendale sono le seguenti:

  • eseguire un sopralluogo, al fine di acquisire tutte le informazioni necessarie allo sviluppo del progetto; 
  • procedere alla fase di progettazione, affidata a tecnici specializzati, come architetti paesaggisti e ingegneri;
  • operare una accurata pulizia dell’area, per liberarla da tutti quegli elementi di disturbo che potrebbero ostacolare i lavori;
  • pianificare e realizzare un adeguato sistema di irrigazione e di illuminazione;
  • preparare il terreno per le aiuole, attraverso le procedure di tracciamento e livellamento;
  • preparazione del letto di semina;
  • eseguire la semina e la posa del prato a rotoli, laddove previsto;
  • eseguire la messa a dimora delle piante, ovvero il trapianto della pianta in quella che sarà la destinazione finale;
  • realizzazione dei camminamenti, ovvero quelle aree destinate al passaggio dei fruitori onde evitare il calpestio delle aiuole.

Questi passaggi obbligati richiedono tempistiche differenti, che possono variare sensibilmente in base alle dimensioni dell’area, alla tipologia del terreno, al numero di piante da piantare, alle condizioni meteorologiche

La realizzazione a regola d’arte di un giardino aziendale si traduce  nella creazione di uno spazio verde che apporterà benefici sia all’ambiente sia alla qualità della vita di chi vi lavora

Infatti, numerosi studi, tra cui quello realizzato dai ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health’s Center for Health and the Global Environment, hanno dimostrato i benefici della presenza di aree green in azienda, tra cui l’aumento della produttività di circa il 30%, l’aumento delle funzioni cognitive del lavoratore del 26% e la riduzione delle malattie del 30% (come riportato anche in questa nostra pagina). 

Come favorire e proteggere la biodiversità in città

Come favorire e proteggere la biodiversità in città

Nel corso degli ultimi decenni la popolazione residente nelle aree urbane è nettamente aumentata, diventando maggioritaria rispetto alle aree rurali, come evidenziato da questo grafico.

La presenza di una quantità così elevata di persone nelle aree urbane ha avuto, e continuerà ad avere, un impatto enorme sulla biodiversità in città, mettendo a rischio la flora, la fauna e la tenuta idrogeologica del suolo. 

Ne consegue la necessità di proteggere la natura che ci circonda, favorendo un’edilizia sostenibile e creando spazi verdi urbani a sufficienza

Cosa s’intende per biodiversità

Il termine biodiversità è la traduzione dall’inglese biodiversity, abbreviazione di biological diversity (diversità biologica). Secondo la definizione fornita da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), per biodiversità si intende: 

“la ricchezza di vita sulla terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera.”

Gli ambienti costruiti, in particolare nelle aree urbane, mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali, compromettendo il delicato equilibrio tra abbondanza, distribuzione e interazioni tra le diverse componenti del sistema. 

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha elaborato questa infografica, nella quale vengono indicati i principali fattori antropici di pressione sulla natura e sulla biodiversità.

biodiversità

La perdita della biodiversità e degli ecosistemi naturali a cui stiamo assistendo è catastrofica tanto quanto i cambiamenti climatici, e le cause principali sono da additare alle attività antropiche

L’importanza della biodiversità

Citando l’ISPRA, “la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.”

Di fatto, la biodiversità e gli ecosistemi ci forniscono cibo, salute e medicinali, materie prime, attività ricreative e benessere, filtrano la nostra aria e l’acqua, aiutano a mantenere il clima in equilibrio, riconvertono i rifiuti in risorse, e molto altro ancora.

Semplificando, non ne possiamo fare a meno, e visto che, al pari dei cambiamenti climatici, sono le azioni dell’uomo a rappresentare la principale minaccia, è fondamentale intraprendere una serie di azioni che vadano nella direzione della protezione della biodiversità

Il legame tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità è molto più stretto di quanto si possa pensare; essi sono interdipendenti e si esacerbano a vicenda.

Non a caso la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 prevede una serie di azioni di contrasto agli effetti del cambiamento climatico che passano proprio attraverso la protezione della biodiversità, come il ripristino di foreste, suoli e zone umide e la creazione di spazi verdi nelle città.

La biodiversità in città

Seppur fortemente limitate dall’eccesso di consumo di suolo e dalla forte cementificazione perpetrata nel corso del tempo, le nostre città sono ambienti nei quali è presente una biodiversità da proteggere e favorire

Ci riferiamo a specie vegetali e animali tipiche di un territorio, endemiche, che interagiscono tra loro in un equilibrio tanto perfetto quanto delicato. 

La rimozione di terreni e aree verdi naturali per fare spazio a costruzioni residenziali, commerciali e/o industriali, si traduce nell’abbattimento di habitat fondamentali per animali e piante, con conseguenze che possono apparire minime o risibili a livello micro se non addirittura impercettibili a uno sguardo più superficiale, ma che innescano un circolo vizioso potenzialmente inarrestabile.

Ne sono un esempio le isole di calore, causate dalla rimozione di spazi verdi nelle città capaci di assorbire le principali sostanze inquinanti e ridurre le temperature, sempre più elevate. 

Cosa fare in città?

Le azioni da intraprendere per contrastare la perdita di biodiversità sono molteplici ed estremamente complesse, ma essenziali e urgenti. 

La Strategia sulla biodiversità per il 2030 dell’UE summenzionata, per esempio, prevede: 

  • trasformare almeno il 30% dei territori dell’UE e il 30% dei mari in aree protette efficacemente gestite e coerenti;
  • ripristinare gli ecosistemi degradati e fermare ogni ulteriore danno alla natura;
  • ripristino di almeno 25.000 km di fiumi dell’UE da liberare da dighe non necessarie;
  • ridurre l’uso e il rischio di pesticidi di almeno il 50%;
  • invertire il declino degli impollinatori;
  • stabilire caratteristiche paesaggistiche ricche di biodiversità su almeno il 10% dei terreni agricoli;
  • gestire il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica e promuovere l’approvazione di pratiche agro-ecologiche;
  • piantare oltre 3 miliardi di alberi diversi e ricchi di biodiversità;
  • affrontare le catture accessorie e i danni dei fondi marini.

Ma cosa si può fare nelle nostre città, dove vive più del 50% della popolazione mondiale? 

  • ridurre la coltivazione di specie vegetali alloctone, ovvero estranee alla flora tipica della città e, più in generale, del Mediterraneo, e piantare alberi e piante endemiche;
  • favorire lo sviluppo degli orti urbani, magari sfruttando anche i tetti verdi degli edifici;
  • procedere alla riforestazione di aree disboscate;
  • creare parchi e giardini urbani ricchi di verde;
  • creare dei corridoi biologici, ovvero delle aree verdi che connettono tra di loro due spazi divisi da ambienti costruiti dall’uomo, come strade, case e colture agricole;
  • promuovere l’edilizia sostenibile, con l’impiego di materie prime dal minore impatto ambientale;
  • diffondere la realizzazione di giardini verticali esterni.

Queste azioni, unite a una corretta educazione civica e a un maggiore rispetto della natura, possono favorire e proteggere la biodiversità in città, con le ricadute positive in termini non solo ambientali ma anche economici e sociali.

Piante mangia smog: cosa sono e quali scegliere

Piante mangia smog: cosa sono e quali scegliere

In un precedente articolo pubblicato sul nostro blog abbiamo elencato i benefici del verde urbano per l’ambiente e gli abitanti delle città, sottolineando il ruolo delle piante nel migliorare la qualità dell’aria e ridurre gli effetti delle isole di caloreTutte le piante assorbono le sostanze inquinanti, ma alcune specie risultano più efficaci di altre, e per questo vengono definite “piante mangia smog. Esistono, infine, alcune piante particolarmente performanti nei confronti di specifiche sostanze, che le rendono più utili in determinati contesti.

Le piante mangia smog possono, e dovrebbero, essere piantate nelle aree urbane più antropizzate, ma esistono anche alcune specie adatte per essere ospitate negli ambienti interni, per migliorare la qualità dell’aria di case e uffici e ridurre il cosiddetto inquinamento indoor. 

Vediamo cosa sono le piante mangia smog e quali sono le più efficaci nel purificare l’aria dalle sostanze inquinanti.

Cosa sono le piante mangia smog

Come accennato, con l’espressione “mangia smog” si fa riferimento a quelle piante in grado di assorbire maggiormente gli inquinanti presenti nell’aria, e ridurne la loro concentrazione nelle città. 

Quando parliamo di sostanze inquinanti ci si riferisce a inquinanti gassosi e particolato atmosferico, ovvero polveri inalabili molto piccole (PM 10, 5, 2.5) – come polvere, fumo, microgocce di liquido emessi da industrie, centrali termoelettriche, autoveicoli e cantieri – che riescono a penetrare negli alveoli polmonari con evidenti ricadute sulla nostra salute

L’inquinante gassoso più noto è l’anidride carbonica, o CO2, e le piante rappresentano gli organismi più indicati per limitarne l’aumento nell’atmosfera, le cui concentrazioni sono cresciute esponenzialmente a partire dalla rivoluzione industriale. 

La capacità di assorbire CO2 varia però in funzione della luce, temperatura, superficie totale fogliare della pianta e tassi di crescita, per questo esistono alcune specie più adatte allo scopo

Ulteriori inquinanti gassosi sono il biossido di azoto, il monossido di carbonio, l’ozono e l’anidride solforosa.

Piante mangia smog: come influiscono sulla qualità dell’aria

Gli alberi e le piante influiscono sulla qualità dell’aria essenzialmente in 2 modi: 

  1. direttamente, ovvero con un’effettiva rimozione del particolato e degli inquinanti gassosi attraverso le foglie per assorbimento e adsorbimento;
  2. indirettamente, semplicemente agendo come entità fisica – come ostacolo, quindi – modificando la velocità del vento e la turbolenza e influendo quindi sulla concentrazione locale degli inquinanti atmosferici. 

Tutte le piante sono in grado di assorbire inquinanti, ed è per questo che si raccomanda di aumentare la concentrazione di spazi verdi nelle nostre città, in tutte le sue forme, dal verde urbano ai giardini verticali sugli edifici, dai parchi pubblici agli orti urbani, dai giardini delle case ai tetti verdi.  

Detto questo, alcune piante funzionano meglio di altre nel rimuovere polveri e inquinanti dall’aria. Vediamo quali. 

Quali piante anti smog scegliere

Abbiamo spiegato che ogni pianta ha la capacità di assorbire inquinanti dall’atmosfera, ma la loro efficacia varia a seconda delle caratteristiche della stessa

Ad esempio, ogni specie ha una diversa capacità di cattura delle polveri sottili, che dipende dalla forma e dalla struttura delle foglie; maggiore è la rugosità, maggiore è la capacità di catturare le polveri. In tal senso le conifere sono più efficienti nella cattura del particolato rispetto alle latifoglie poiché presentano una maggiore superficie fogliare e complessità strutturale. 

In linea generale possiamo dire che la deposizione degli inquinanti è maggiore negli alberi rispetto agli arbusti.

Quindi, quali specie andrebbero piantate nelle nostre città per assorbire gli inquinanti in modo più efficace? 

Per quanto concerne l’assorbimento della CO2, le piante con una capacità maggiore sono le seguenti: 

  • Tilia cordata o tiglio selvatico;
  • Crataegus monogyna o biancospino;
  • Fraxinus ornus o frassino minore; 
  • Cercis siliquastrum o albero di Giuda o di Giudea;
  • Robinia pseudoacacia o Acacia.

In merito all’assorbimento degli inquinanti gassosi e di cattura delle polveri, invece, le piante mangia smog che offrono un’efficacia maggiore sono: 

  • Acer campestre o acero campestre;
  • Carpinus betulus o carpino bianco;
  • Crataegus monogyna o biancospino;
  • Fraxinus excelsior o frassino;
  • Liquidambar styraciflua o storace americano;
  • Liriodendron tulipifera o Liriodendro o albero dei tulipani;
  • Malus evereste o melo da fiore;
  • Parrotia persica o ironwood persiano;
  • Quercus cerris o cerro; 

Quindi, esistono piante che meglio si prestano per essere utilizzate in ambienti a forte pressione antropica, in particolare quindi nelle aree industrializzate o densamente popolate, povere di spazi verdi urbani. 

Di conseguenza, la scelta del tipo di pianta mangia smog da introdurre in un luogo specifico deve essere effettuata in modo oculato, al fine di ottimizzare gli effetti desiderati.