Nelle città, in particolare nelle grandi metropoli, gli spazi verdi si sono via via sempre più ridotti, sostituiti da edifici, palazzi, costruzioni varie, con il conseguente aumento delle temperature medie degli agglomerati urbani, con picchi molto elevati durante il periodo estivo.
Il fenomeno delle isole di calore rappresenta una seria minaccia per la salute degli abitanti delle città, ma anche per l’ambiente, perché temperature più elevate si traducono in maggiori consumi energetici e una grave riduzione e modifica della biodiversità.
Approfondiamo questo tema, cercando di capire cosa sono le isole di calore e in che modo il verde urbano può ridurne gli effetti.
Cosa sono le isole di calore
Le isole di calore sono aree urbanizzate che sperimentano temperature più elevate rispetto alle aree naturali e meno antropizzate.
In effetti, strutture come edifici, strade e altre infrastrutture assorbono e reimmettono nell’ambiente il calore del sole più dei paesaggi naturali come foreste, boschi e corsi d’acqua.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, però, le isole di calore possono formarsi in una varietà di condizioni, durante il giorno o di notte, nelle piccole o grandi città, nelle aree suburbane, nei climi settentrionali o meridionali e in qualsiasi stagione.
Non rappresentano, quindi, un fenomeno che interessa solo le grandi città, anche se negli agglomerati urbani più congestionati risulta certo più evidente.
Quali sono le cause delle isole di calore
Come indicato dalla EPA, l’agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti, i fattori principali alla base della formazione delle isole di calore sono i seguenti.
1. Riduzione dei paesaggi naturali nelle aree urbane
Alberi, vegetazione e corpi idrici (tratti di fiumi, laghi, acque di transizione, acque costiere, acque sotterranee) tendono a raffreddare l’aria fornendo ombra, traspirando l’acqua dalle foglie delle piante e facendo evaporare l’acqua superficiale.
Le superfici dure e asciutte nelle aree urbane, come tetti, marciapiedi, strade, edifici e parcheggi, forniscono invece meno ombra e umidità rispetto ai paesaggi naturali e contribuiscono all’innalzamento delle temperature.
2. Proprietà dei materiali urbani
I materiali da costruzione utilizzati negli ambienti urbani tendono a riflettere meno energia solare e ad assorbire ed emettere più calore rispetto ad alberi, vegetazione e altre superfici naturali.
Spesso le isole di calore si formano durante il giorno e diventano più pronunciate dopo il tramonto a causa del lento rilascio di calore dai materiali urbani.
3. Geometria urbana
Le dimensioni e la distanza tra gli edifici all’interno di una città influenzano il flusso del vento e la capacità dei materiali urbani di assorbire e rilasciare energia solare.
Nelle aree più affollate, gli edifici vanno a formare delle grandi masse termiche che non riescono a smaltire facilmente il calore accumulato. Infatti, le città con molte strade strette ed edifici alti diventano dei veri canyon urbani, bloccando il flusso naturale del vento che potrebbe rinfrescare.
4. Calore generato dalle attività umane
Veicoli a motore, condizionatori d’aria, edifici e impianti industriali emettono calore nell’ambiente urbano.
Queste fonti di calore di scarto generato dall’uomo possono contribuire agli effetti dell’isola di calore.
5. Meteo e geografia
Nei luoghi in cui le condizioni metereologiche sono omogenee e miti, le isole di calore risultano più severe perché si massimizza la quantità di energia solare che raggiunge le superfici urbane e si riduce al minimo la quantità di calore che può essere liberata.
Al contrario, la presenza di forti venti e di copertura nuvolosa possono contribuire a ridurre le possibilità che si formino delle isole di calore.
Infine, anche le caratteristiche geografiche possono influire; ad esempio, le montagne vicine possono impedire al vento di raggiungere una città o creare schemi di vento che le attraversa.
Isole di calore a Milano
Un recente studio condotto da ESA, l’agenzia spaziale europea, ha evidenziato la situazione critica di una grande metropoli come Milano, in cui il fenomeno delle isole di calore è molto persistente.
Grazie allo strumento ECOSTRESS della NASA, che viene trasportato sulla Stazione Spaziale Internazionale, l’agenzia ha registrato le temperature del suolo intorno a Milano il 18 giugno 2022. Emblematica l’immagine scattata dai satelliti dell’agenzia, in cui si mostrano le aree della città in cui le temperature sono più elevate.
Analizzando con attenzione questa immagine si può subito notare come le aree verdi della città, come Parco Sempione o l’area di Porta Nuova dove si trovano il Bosco Verticale e la Biblioteca degli Alberi di Milano, registrano temperature molto più basse rispetto a zone meno sostenibili, come la stazione ferroviaria o il Mercato coperto.
Si tratta di un’ulteriore conferma dell’importanza del verde urbano,che oltre a offrire benefici evidenti in termini psico-fisici ai cittadini, possono contribuire a ridurre sensibilmente il fenomeno delle isole di calore e, di conseguenza, le temperature sempre più elevate raggiunte nei mesi estivi.
I progetti del Bosco Verticale e della Biblioteca degli Alberi di Milano vanno esattamente in questa direzione, come si evince dall’immagine scattata dall’agenzia spaziale europea.
In effetti, non è sufficiente limitarsi alla scelta di piante da interno belle se poi non si presta la giusta attenzione e cura nel selezionare i contenitori di questi elementi vegetali, ovvero le fioriere.
Nel nostro lavoro di progettazione, realizzazione e manutenzione del verde per uffici ci affidiamo a partner di eccellenza per la fornitura delle fioriere da interno, unendo gli aspetti funzionali a un design ricercato e sofisticato.
Come scegliere le fioriere da interno per ufficio
Rendere un ufficio più accogliente con le fioriere da interno non è banale e richiede l’analisi di molteplici variabili.
Quali sono?
le dimensioni, che dipendono dagli spazi disponibili e dal progetto che si intende realizzare.
i materiali, che vengono scelti in base all’arredo presente o previsto dal progetto. I più diffusi sono terracotta, metallo, resina, plastica, PVC e materiali compositi;
la destinazione d’uso: la scelta della fioriera dipende molto dal progetto che si intende realizzare e dal ruolo che avranno le piante, funzionale – come la separazione degli spazi – o estetico che sia.
il peso della fioriera, al quale va aggiunto quello della pianta, del materiale di coltura e dell’acqua. Ad esempio, nel caso di un soppalco è importante evitare l’inserimento di fioriere troppo pesanti. Il peso dipende anche dal materiale con il quale la fioriera è realizzata;
la forma, che può essere quadrata, rettangolare, tonda. La scelta, anche in questo caso, dipende principalmente dall’arredo.
Ogni ufficio ha esigenze differenti, così come presenta uno stile e un design peculiare. Di conseguenza, le fioriere da interno vanno scelte e inserite nell’ufficio seguendo un progetto ben definito, che può essere affidato a una realtà specializzata come HW Style.
Fioriere integrate per ufficio
Oltre a individuare vasi e fioriere da interno per rendere l’ufficio più accogliente, noi di HW Style allestiamo arredi provvisti di fioriere integrate per il quale offriamo, come per tutto il verde interno – incluse le pareti vegetali -, il servizio di manutenzione periodica programmata e la sostituzione gratuita delle piante per le soluzioni a noleggio.
Si tratta di soluzioni moderne e funzionali, studiate da designer esperti per ottimizzare e arredare gli spazi aziendali e residenziali con stile, di qualsiasi grandezza, al cui interno andiamo poi a inserire le piante più adatte agli ambienti di destinazione.
L’obiettivo dei nostri progetti è sempre l’integrazione tra la dimensione lavorativa e il benessere dei lavoratori, che possono trascorrere il tempo in un ambiente armonioso e accogliente.
Per le installazioni del verde interno prediligiamo l’utilizzo di piante in idrocoltura, prive di terra ma dotate di un substrato di argilla espansa intriso di sostanze nutritive, che presentano caratteristiche di funzionalità e igiene perfette per un ambiente interno. In effetti, l’assenza di terra garantisce la pulizia degli ambienti, evita parassiti e cattivi odori.
Realizzare uno spazio verde esterno produce numerosi benefici, ma c’è un elemento da considerare con molta attenzione se in quella zona vivono o lavorano soggetti allergici, ovvero la presenza di piante allergeniche.
La pollinosi, ovvero l’allergia ai pollini di alcune specie di piante e alberi che colpisce alcuni soggetti allergici, è molto diffusa, e può variare d’intensità di persona in persona, oscillando dai sintomi più frequenti, come raffreddore, congiuntivite, fino a difficoltà respiratoria.
Di conseguenza, è molto importante selezionare con estrema cura le piante da esterno da coltivare in casa o in ufficio, per proteggere la salute di chi frequenta questi luoghi.
Quali sono, quindi, le piante allergeniche da esterno da evitare? Approfondiamo.
Piante allergeniche: periodo di comparsa dei sintomi
Le piante allergeniche, capaci quindi di provocare una pollinosi, si distinguono in tre gruppi, a seconda del periodo dell’anno in cui compaiono i sintomi.
Sì, perché contrariamente a quello che si è soliti pensare, l’allergia ai pollini non è un fenomeno limitato al periodo primaverile, anche se in quei mesi risulta più evidente.
I sintomi possono essere:
precoci o pre-primaverili, in particolare per i pollini di alberi come il cipresso, il nocciolo e la betulla, presenti già nei primi mesi dell’anno;
primaverili-estivi, come i pollini di specie erbacee quali graminacee, ortiche, plantaginaceae e chenoamarantaceae;
estivo-autunnali, in particolare i pollini di castagno e quelli di erbe infestanti, come le ortiche, e le composite, ad esempio ambrosia e artemisia.
La differenza è dettata dal tipo di pianta i cui pollini scatenano la reazione allergica, e che possono avere un periodo di impollinazione variabile nel corso delle stagioni.
Diffusione dei pollini nell’aria: anemofila ed entomofila
Siamo abituati a pensare all’impollinazione come un processo legato agli insetti, che volando sui fiori trasportano i pollini da una pianta all’altra, ma questo non è l’unico sistema di diffusione dei pollini, e sicuramente è quello meno impattante dal punto di vista delle allergie.
Le modalità di diffusione dei pollini sono due:
diffusione anemofila: le piante producono grandi quantità di polline che vengono trasportate dal vento;
diffusione entomofila: le piante producono piccole quantità di pollini che vengono trasportati dagli insetti su un altro fiore della stessa specie.
Com’è facile intuire, è la diffusione anemofila a rappresentare un pericolo per i soggetti allergici. Solo una piccolissima quantità dei pollini andrà a fecondare il seme femminile della stessa specie, mentre la maggior parte andrà disperso nell’ambiente.
Piante Allergeniche: quali sono
Al mondo, così come nel nostro Paese, esistono migliaia di specie di piante e alberi, ma le principali piante allergeniche sono in realtà poche decine.
In genere, i pollini che provocano reazioni allergiche più frequenti sono suddivisi in 4 famiglie di piante:
Graminacee, le più comuni sono frumento, orzo, avena, segale mais e riso;
Urticacee, una famiglia di piante erbacee perenni e annuali, che crescono di solito accanto ai muri. Le specie più rappresentate sono la parietaria e l’urtica;
Composite, una delle famiglie più ricche di generi e specie, tra cui l’ambrosia artemisiifolia, l’artemisia o assenzio selvatico, il tarassaco, la camomilla comune, il girasole;
Betulacee, una famiglia rappresentata da 120 specie riunite in 6 generi, comprendenti arbusti e alberi, tra cui l’ontano bianco e nero, l’ontano napoletano, la betulla, il nocciolo, il carpino bianco e nero.
Quindi, nel realizzare uno spazio verde, un giardino esternoè importante evitare piante allergeniche appartenenti a queste quattro famiglie se ci sono soggetti allergici.
Per evitare di compiere errori è consigliabile affidarsi a ditte specializzate nella realizzazione e manutenzione di giardini e spazi verdi.
Se vuoi ricevere informazioni sulle soluzioni messe a disposizione da noi di HW Style visita il nostro sito.
Arredare l’ufficio con quadri vegetali per interni è una soluzione perfetta se si intende unire il design ai vantaggi derivanti dalla presenza di piante in un ambiente chiuso.
La presenza di elementi vegetali contribuisce a conferire all’ufficio un’atmosfera viva, accogliente, rispondente alle sempre più evidenti necessità ed esigenze manifestate dai lavoratori, che desiderano trascorrere il tempo destinato al lavoro in un ambiente che favorisca il benessere psico-fisico.
Detto questo, è evidente che arredare un ufficio con quadri vegetali comporta un impegno da profondere nella manutenzione ordinaria e straordinaria. Per questo motivo, la soluzione ottimale consiste nell’installare queste strutture affidando i lavori, compresa la manutenzione, a una ditta specializzata come HW Style.
Cosa sono i quadri vegetali per interni
Con l’espressione quadri vegetali si fa riferimento a strutture a forma di cornice, proprio come una tela pittorica, al cui interno vengono disposte delle piante.
Si tratta, insomma, di un tipo di “natura viva” da contrapporre alle tipiche “nature morte” molto diffuse nell’arte figurativa.
Un esempio di quadro vegetale è il seguente, una delle nostre installazione realizzate per gli uffici di un cliente.
Del tutto simili a quadri, queste strutture sono dotate di un serbatoio interno che garantisce la corretta irrigazione delle piante, senza il ricorso ad alcun tipo di collegamento all’impianto elettrico e a quello idrico.
L’irrigazione delle piante, ne consegue, avviene manualmente, ecco il motivo per il quale abbiamo precedentemente suggerito di affidarsi a noi di HW Style per il noleggio della struttura e la manutenzione, che consiste in:
pulizia;
bagnatura;
fertilizzazione;
eventuale sostituzione delle piante.
In base alla struttura scelta, e alle condizioni microclimatiche dell’ufficio e del luogo di destinazione, è possibile scegliere tra una vasta gamma di piante da interno.
Live Picture: i quadri vegetali di HW Style
Per quanto riguarda i quadri vegetali, HW Style ha scelto di puntare sulla soluzione denominata Live Picture – realizzata da Mobilane – ideale per coloro che intendono portare sulle pareti del proprio luogo di lavoro la vitalità e i colori della natura.
Come accennato, i quadri vegetali per interni sono costituiti da una struttura centrale realizzata per accogliere l’inserimento delle piante e da un telaio perimetrale in acciaio, e sono dotati di un serbatoio interno per l’irrigazione delle piante, senza collegamento all’impianto elettrico e a quello idrico.
Il servizio di noleggio dei quadri vegetali prevede l’installazione, la manutenzione programmata e la sostituzione gratuita delle piante, eseguite dal nostro personale specializzato, derogando da qualsiasi impegno e responsabilità i lavoratori dell’azienda.
Per tutti i dettagli, e per visionare le numerose realizzazioni già effettuate in questi anni, invitiamo a consultare la pagina dedicata, qui.
In un precedente articolo abbiamo illustrato i vantaggi di un giardino verticale per esterni, da predisporre quindi lungo una (o più di una) delle pareti perimetrali dell’edificio, sottolineando il suo ruolo non solo estetico ma anche in termini di benessere. Un’altra pratica sempre più diffusa è, invece, quella dei cosiddetti tetti verdi o green roof.
Cosa sono? Si tratta della realizzazione di una copertura verde vegetale del tetto di una casa o di un palazzo, un’ottima soluzione per ridurne l’impatto ambientale, garantendo anche una serie di benefici per chi vive o lavora in quell’edificio.
L’opzione dei tetti verdi è, inoltre, molto utile in quegli edifici che non possono subire delle modifiche sulla facciata, magari per vincoli storico, architettonici e urbanistici, o semplicemente per regole condominiali, perché ne preserva la struttura visibile.
Vediamo cosa sono i tetti verdio green roof, come si realizzano e quali sono i vantaggi che comportano.
Cosa sono i tetti verdi?
Un tetto verde consiste in uno strato di vegetazione, predisposto su un sistema impermeabilizzante, installato sopra un tetto piano o leggermente inclinato.
I green roof si dividono in tre categorie principali:
estensivo: è un tetto verde realizzato in genere su tetto di piccole dimensioni, caratterizzato da un terreno di coltura poco profondo, di circa 15 cm, da una limitata varietà di piante – tipo sedum o prato o piccoli arbusti – e da un sistema di irrigazione minimo. Spesso non è accessibile;
intensivo: questi tetti verdi hanno più terreno e un mezzo di coltura più profondo, che consente quindi anche di piantare una diversità maggiore di piante (arbusti di media e grande taglia), compresi alcuni piccoli alberi;
semi-intensivo: come suggerisce il nome, questa soluzione è un mix delle due precedenti.
Il tipo di tetto verde da realizzare varia in base allo spazio a disposizione, alle condizioni climatiche e metereologiche, al budget e alle esigenze del committente, al sistema di drenaggio, senza dimenticare l’effort per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
È evidente, infatti, che un tetto verde intensivo richieda molta più cura rispetto ad uno estensivo.
Come si realizza un tetto verde
Fatta eccezione per i progetti che prevedono dal principio la realizzazione di un tetto verde, e che quindi lo predispongono già in fase di costruzione, il tetto di un edificio non è costruito con materiali adeguati ad ospitare una vegetazione.
Di conseguenza, per realizzare un green roof è necessario prima creare degli strati adatti allo scopo, con i quali ricoprire il tetto e sui quali andare poi a inserire le piante, affidando l’incarico ad una ditta specializzata nel settore, come HW Style.
Dal basso verso l’alto, la struttura di un tetto verde è la seguente:
supporto strutturale del tetto;
membrana impermeabile;
barriera per le radici;
strato di drenaggio e tessuto filtrante
sistema di irrigazione;
mezzo di coltura;
vegetazione.
Ecco una rappresentazione grafica della struttura di un tetto verde, realizzata dall’associazione no-profit Green Roofs for Healthy Cities.
Quali sono i benefici dei tetti verdi
Realizzare un tetto verde su un edificio comporta numerosi benefici, sia per chi vive o lavora nel palazzo sia per l’ambiente circostante.
Vediamoli insieme.
1. Benefici economici
Anche se la realizzazione di un green roof comporta una spesa iniziale più elevata rispetto ad un tetto tradizionale, si tratta di un investimento sul medio e lungo periodo.
Infatti, la presenza della vegetazione a ricoprire l’intera o una buona parte della superficie del tetto contribuisce a ridurre la temperatura, con conseguente abbattimento dei costi energetici per il raffrescamento estivo.
Inoltre, un tetto verde aumenta la commerciabilità e il valore dell’immobile sul mercato, rappresentando un vantaggio competitivo rispetto ad altri edifici simili che ne sono sprovvisti.
Infine, schermando le radiazioni solari e abbassando la temperatura del tetto, quest’ultimo andrà incontro a minori problematiche, allungandone così la vita e riducendo i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
2. Migliore gestione dell’acqua piovana
I tetti verdi consentono una migliore gestione dell’acqua piovana, aiutando a controllarne il deflusso e la ritenzione.
Si tratta di un aspetto importantissimo, soprattutto se si considera la riduzione degli spazi verdi nelle nostre città e nelle aree urbanizzate e l’aumento delle superfici impermeabili, con conseguente allagamento delle strade in seguito ad abbondanti piogge.
Quindi, la presenza di green roof è positiva anche per la collettività e per l’ambiente, perché riduce il rischio di inondazioni e erosione.
L’acqua piovana diventa fondamentale anche per l’irrigazione delle piante, con un risparmio sui consumi di acqua potabile molto consistente.
Con la crescita delle piante nel corso del tempo, e quindi del loro apparato radicale, l’acqua piovana trattenuta aumenta, favorendo una sempre migliore gestione di questo fenomeno.
3. Riduzione dell’effetto isola di calore in città
Purtroppo, il cemento ed i materiali di costruzione utilizzati negli edifici e nella pavimentazione stradale tendono ad intrappolare il calore, innalzando la temperatura, in particolare durante i periodi più caldi dell’anno, fino a circa 5° rispetto alle zone agricole circostanti.
Temperature elevate si traducono in maggiore consumo energetico, aumento delle emissioni di CO2, malessere generale, diffusione di agenti patogeni, alterazioni del microclima, con effetti negativi sulla flora e fauna locale.
4. Riduzione delle emissioni di gas serra
La riduzione della temperatura dell’edificio, ed il conseguente minore ricorso ai sistemi di raffreddamento durante l’estate, comporta anche minori emissioni di gas serra dirette e indirette.
Cosa vuol dire?
Che consumando meno energia per rinfrescare case ed uffici, diminuisce la combustione dei combustibili fossili utilizzati per generare l’energia elettrica di cui abbiamo bisogno, ma non solo.
Infatti, la vegetazione presente sul tetto, attraverso la fotosintesi, assorbe anidride carbonica, riducendone così i livelli nell’atmosfera, aumentando la produzione di ossigeno.
5. Favorisce la nascita di orti urbani
Nelle città sono in pochi a poter godere di uno spazio verde a ridosso della propria abitazione, questo riduce la possibilità di investire nella coltivazione fai da te di verdure, piante aromatiche e frutta.
Realizzando un tetto verde, invece, si offre a chi vive in quell’edificio di creare un piccolo orto urbano, per hobby o per professione, consumando e/o commercializzando prodotti agricoli a Km 0.
6. Creazione di luoghi per la socialità
Un tetto verde non è solo un luogo dove coltivare piante, alberi, verdure, ma anche uno spazio tranquillo nel quale trascorrere un po’ di tempo di qualità in compagnia di altre persone.
Chi vive o lavora in un edificio dotato di un green roof può infatti arredarlo con panchine, tavolini, piccoli gazebo, e ritrovarsi insieme per una chiacchierata, un aperitivo, godendosi quell’angolo di paradiso al centro di una “giungla d’asfalto”.
Anche una semplice pausa caffè diventa un’esperienza completamente diversa per i lavoratori, che hanno sempre più desiderio e necessità di trascorrere le ore di lavoro in un ambiente vivo e accogliente.
Conclusioni
I tetti verdi rappresentano una soluzione dalla quale trarre molteplici benefici e vantaggi, che si estendono anche al di fuori dell’edificio stesso, coinvolgendo anche la città e la natura che lo circonda.
Insieme ai giardini verticali esterni, alle pareti verdi interne e a tecniche di costruzione più eco-sostenibili, si può contribuire a rendere le nostre città e i nostri centri abitati luoghi più armoniosi.
*Foto: Green roof, Ospedale San Raffaele, Milano. Progetto Arch. Massimo Semola
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