da Redazione | Ott 3, 2023 | Green Design
Il giardino naturale rappresenta un ritorno alle radici dell’orticoltura, una risposta alla crescente preoccupazione per la conservazione della biodiversità e la sostenibilità ambientale.
I giardini naturali invitano a riconnettersi con la terra e a creare spazi verdi che siano più che semplici vetrine estetiche, ma habitat per la fauna locale, serbatoi di biodiversità e testimonianze del nostro impegno per un futuro sostenibile.
Un simile ambiente deve possedere precise caratteristiche, che vanno dalla scelta delle piante alla gestione ordinaria e straordinaria della vegetazione.
Definizione e caratteristiche del giardino naturale
Un giardino naturale, anche noto come giardino ecologico o selvatico, è un tipo di giardino progettato per mimare e promuovere l’aspetto e la funzione di un ambiente naturale.
L’obiettivo principale è creare un habitat sano per la fauna locale e incoraggiare la biodiversità, oltre a richiamare l’aspetto di un ambiente naturale.
Ecco le principali caratteristiche di un giardino naturale:
- piante autoctone: si utilizzano principalmente specie autoctone della regione, adatte al clima, al suolo e alla fauna locale e che richiedono meno manutenzione rispetto alle piante di altre zone climatiche;
- diversità vegetale: promuove la diversità delle piante, riproducendo le comunità vegetali naturali. Questo significa piantare una varietà di specie arbustive, erbacee e alberi, creando strati diversi nel giardino;
- risparmio idrico: la progettazione del giardino naturale tiene conto dell’uso efficiente dell’acqua. Le piante autoctone sono spesso più adattate alle condizioni locali di precipitazione, e richiedono meno irrigazione una volta stabilite;
- attrattivi per la fauna selvatica: richiamano la fauna locale, grazie anche alle piante scelte che forniscono cibo e rifugio per uccelli, farfalle, insetti e altri animali selvatici. L’aggiunta di fonti d’acqua, come stagni o abbeveratoi, può anche essere parte del design;
- materiali naturali: si preferiscono materiali naturali come pietra, legno o ghiaia per la realizzazione di camminatoi o piccoli passaggi. Questi materiali, infatti, contribuiscono a creare un’atmosfera più naturale oltre a favorire il drenaggio;
- piani di gestione a lungo termine: sono spesso pianificati con una visione a lungo termine. Molti richiedono un periodo di stabilizzazione iniziale, ma una volta passato il tempo necessario, possono durare per molto tempo.
I giardini naturali sono un modo ecologico e sostenibile per creare spazi verdi oltre a offrire un ambiente tranquillo e rilassante per le persone, consentendo loro di connettersi con la natura in modo più profondo.
Il giardino naturale secondo William Robinson
William Robinson (1838-1935) è stato un influente giardiniere e scrittore inglese, noto per il suo contributo al movimento del giardinaggio naturale nell’Inghilterra vittoriana.
La sua opera più famosa, “The Wild Garden”, pubblicata nel 1870, ha contribuito in modo significativo a promuovere l’idea di giardini naturali e selvaggi, basati sui seguenti principi:
- rifiuto delle convenzioni del giardinaggio vittoriano: William Robinson era un critico acuto del giardinaggio formale e delle convenzioni del suo tempo, che spesso promuovevano giardini geometrici e simmetrici con un’eccessiva enfasi su piante esotiche e ibridi. Egli riteneva che questi giardini fossero troppo artificiali e privi di vita;
- il ritorno alla natura: Robinson sosteneva il ritorno alla natura nei giardini, incoraggiando l’uso di piante autoctone e indigene. Credeva che il giardino dovesse adattarsi all’ambiente circostante, piuttosto che dominarlo con piante estranee;
- promozione della spontaneità: lo studioso incoraggiava l’aspetto “spontaneo” nei giardini. Voleva che le piante crescessero in modo naturale, formando comunità ecologiche simili a quelle trovate nella natura selvaggia. Questo approccio ha reso i suoi giardini simili a habitat naturali locali;
- diversità delle piante: Robinson abbracciava la diversità delle piante, inclusi alberi, arbusti, erbacee e rampicanti. Credeva che un giardino naturale dovesse riflettere la varietà delle piante presenti in natura;
- semplicità e sobrietà: nonostante l’accento sulla naturalezza, lo studioso cercava una bellezza semplice e sobria nei giardini naturali. Voleva che questi spazi verdi evitassero l’ostentazione per mostrare una bellezza che sembrasse emergere spontaneamente dalla natura;
- stagionalità: lo scrittore inglese era attento alla stagionalità delle piante e credeva che i giardini dovessero cambiare nel corso dell’anno. Questo voleva dire che il giardino avrebbe avuto momenti di fioritura e di riposo, come in un ecosistema naturale;
- promozione della biodiversità: anche se il termine “biodiversità” non era comune nel suo tempo, Robinson promuoveva l’idea di giardini che fossero ricchi di vita, includendo non solo piante, ma anche insetti, uccelli e altri animali;
- giardini accessibili a tutti: egli era un sostenitore dell’idea che i giardini dovessero essere accessibili a tutti, non solo alla classe alta. Voleva che le persone di tutte le classi sociali potessero godere della bellezza dei giardini naturali.
L’approccio di William Robinson al giardinaggio naturale ha lasciato un impatto duraturo nel settore. I suoi principi di naturalità, semplicità e biodiversità sono ancora ampiamente riconosciuti e rispettati nell’arte del giardinaggio contemporaneo, contribuendo a promuovere la conservazione della natura e la sostenibilità ambientale attraverso il paesaggio urbano e rurale.
Conclusioni
Il giardino naturale rappresenta una manifestazione straordinaria di armonia tra l’uomo e la natura. Attraverso l’uso sapiente di piante autoctone, la promozione della biodiversità e la creazione di habitat per la fauna selvatica, questi giardini evidenziano l’importanza di proteggere e rispettare l’ambiente naturale che ci circonda.
Inoltre, offrono un’opportunità unica di riconnettersi con la natura incontaminata, di godere della sua bellezza semplice e di contribuire alla conservazione della biodiversità locale.
Infine, ma non meno importante, oltre a essere spazi ecologici, i giardini naturali sono luoghi di apprendimento e condivisione, in cui l’educazione e la consapevolezza ambientale svolgono un ruolo essenziale. Invitano tutti noi a diventare custodi della natura e a preservare la bellezza selvaggia per le generazioni future.
Insomma, in un mondo sempre più urbanizzato, il giardino naturale ci ricorda che è possibile creare un equilibrio tra il nostro desiderio di bellezza e l’obbligo di proteggere l’ambiente.
È un invito a riscoprire la bellezza della natura.
da Redazione | Set 28, 2023 | Green Design
HW Style si occupa della manutenzione della BAM – Biblioteca degli alberi di Milano, il parco disegnato dallo studio olandese Inside Outside | Petra Blaisse e realizzato da COIMA per conto del Comune di Milano nell’ambito del progetto urbanistico di Porta Nuova.
La gestione del verde di uno spazio così vasto e ricco di biodiversità è molto complessa e richiede un approccio olistico, di cura costante, manutenzione ordinaria e straordinaria.
Per raccontare meglio come si svolge il lavoro di manutenzione della BAM, abbiamo deciso di intervistare le figure responsabili del Team BAM di HW Style: Gian Luca Sala (Landscape Supervisor), Matteo Locatelli (Project Manager), Paolo Richelmi (Landscape Architect) e Andrea Malpicci (QHSE Coordinator).
Manutenzione BAM: intervista a Gian Luca Sala (Landscape Supervisor)
Da quanti anni ti occupi della manutenzione della BAM – Biblioteca degli alberi di Milano?
Mi occupo della manutenzione della BAM da ben cinque anni. Il mio impegno per questo progetto, però, è iniziato molto prima. Ho cominciato, infatti, a occuparmi del parco quando ancora era un’idea, un progetto, quindi molto prima che venisse realizzata. Ho seguito tutto il processo, dalla scelta delle piante nei vivai alle varie fasi di costruzione e realizzazione. Vederla, oggi, così, è sicuramente una soddisfazione molto grande.
Quanto è impegnativo gestire e curare un parco così grande e ricco di patrimonio vegetale?
È estremamente impegnativo, perché bisogna avere la massima sensibilità e cura di tutto il patrimonio vegetale che costituisce la BAM.
Per comprendere l’effort richiesto è forse utile ricordare le dimensioni del parco, che si estende su oltre 10 ettari di terreno, all’interno dei quali troviamo una grande varietà di piante diverse tra di loro.
Il giardino comprende, infatti, oltre 100 specie botaniche, 500 alberi che formano 22 foreste circolari e 135.000 piante tra aromatiche, siepi, arbusti, bulbi, rampicanti, piante acquatiche ed erbacee.
Prendersi cura di una tale quantità di piante rappresenta una sfida per il team, e siamo orgogliosi del lavoro che svolgiamo quotidianamente per garantire la preservazione di un importantissimo polmone verde della città e di un luogo di ritrovo per la popolazione milanese.
Come cambia la manutenzione della BAM in base alla stagione? Con quale frequenza deve essere effettuata la manutenzione, e in che cosa consiste nello specifico? Quali sono gli step da seguire?
Il parco BAM è un ambiente in continua evoluzione, e questo aspetto ne determina una manutenzione quotidiana. La peculiarità di questo parco è che non conosce pause, vivendo e crescendo ininterrottamente 365 giorni all’anno, rimanendo aperto 24 ore su 24. Questa caratteristica richiede un impegno costante per il suo mantenimento.
Nella stagione primaverile, durante la ripresa vegetativa delle piante, le attività di manutenzione sono concentrate sulla pulizia delle aiuole, sul monitoraggio giornaliero della salute delle piante, sulla somministrazione di concimi e sulla verifica del funzionamento degli impianti di irrigazione. Durante questo periodo, vengono anche effettuate ispezioni per individuare eventuali piante deperite e per provvedere, in caso si rendesse necessario, alla loro sostituzione.
Nella stagione estiva, la pulizia delle aiuole continua, ma i controlli sui sistemi di irrigazione vengono intensificati, tenendo conto della maggiore richiesta di acqua dovuta alla stagione calda. L’obiettivo è prevenire lo stress idrico delle piante.
In primavera ed estate, si esegue regolarmente il taglio del manto erboso con alte frequenze e vengono effettuati controlli fitopatologici per garantire la salute delle piante. Nel caso di malattie o parassiti, vengono adottate soluzioni biologiche per il loro controllo.
Con l’avvicinarsi dell’autunno, le aiuole vengono preparate per il periodo di riposo invernale, con interventi di pulizia e potatura tarati in base alle esigenze di ciascuna pianta. Gli impianti di irrigazione vengono spenti in vista dell’inverno e si eseguono le ultime concimazioni.
Tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno, si procede con la pulizia delle foglie e con gli ultimi tagli del prato, in modo tale da preparare il parco alla stagione fredda.
Durante l’inverno, il focus si sposta sulla potatura delle graminacee, degli alberi e degli arbusti, poiché è un periodo favorevole per queste operazioni, consentendo alle piante di rigenerarsi in vista della primavera successiva.
Quali sono le piante che necessitano di più cure e attenzioni?
Le piante utilizzate per la realizzazione del parco sono piante rustiche, che non hanno quindi particolari patologie. Il grosso problema che si sta verificando negli ultimi tempi è dato dai lunghi periodi siccitosi e dal cambiamento climatico – ci stiamo infatti accorgendo di quali piante sopportano meglio questo cambiamento, rispetto ad altre.
Nell’ambito della gestione e della cura del parco le piante ad alto fusto rivestono un ruolo di cruciale importanza. La loro presenza e salute contribuiscono in modo significativo alla definizione dell’aspetto e della funzionalità dell’intero ambiente. Questa è una delle ragioni principali per cui si presta molta attenzione a queste piante.
Il loro ruolo, infatti, è fondamentale per l’assorbimento di anidride carbonica (CO2). Le piante ad alto fusto, per via delle loro dimensioni più imponenti e della maggiore superficie fogliare, hanno la capacità di assorbire una quantità significativamente maggiore di CO2 rispetto alle piante più piccole.
Questo processo è di fondamentale importanza nell’ambito della mitigazione dei cambiamenti climatici. La riduzione della CO2 atmosferica è uno degli obiettivi principali nella lotta al riscaldamento globale e le piante ad alto fusto giocano un ruolo chiave in questo processo. Oltre a contribuire alla cattura di CO2, queste piante forniscono anche ombra, migliorano la qualità dell’aria, favoriscono la biodiversità e danno vita a un ambiente piacevole e rilassante per i visitatori del parco.
La BAM rappresenta quindi per noi una vera e propria “scuola”.
Un luogo che ogni giorno ci fa capire quanto impegno e dedizione sono necessari per portare avanti un progetto così ampio e articolato. Un mondo in equilibrio costante, che richiede amore, passione e voglia di mettersi in gioco quotidianamente.
Manutenzione BAM: intervista a Matteo Locatelli (Project Manager)
Di cosa ti occupi in BAM?
Il mio ruolo in BAM è quello di organizzare giornalmente le lavorazioni che riguardano la manutenzione di tutte le aree verdi del parco, partendo dalla costante pulizia manuale delle aiuole, ai tagli dei prati, al controllo dell’impianto d’irrigazione fino al controllo quotidiano di tutte le specie di piante.
Oltre alle lavorazioni programmate stagionalmente, ogni settimana con la direzione lavori e il Team BAM di HW Style, effettuiamo un sopralluogo per poter confermare i lavori eseguiti e valutare eventuali migliorie per poter permettere ai fruitori del parco di vivere al meglio il contatto con la natura.
Con me lavorano giornalmente diversi tecnici, con i quali ci confrontiamo costantemente per una buona riuscita della manutenzione.
Qual è la cosa che più ti appassiona della manutenzione alla BAM?
La cosa che mi appassiona di più è la capacità di questo parco di variare ogni stagione dell’anno, questa dinamicità data dalla ricchezza botanica che lo popola, lo rende un parco ‘’vivo’’.
Se lo si osserva da questo punto di vista si viene coinvolti dalla natura, dimenticandoci anche solo per un attimo, che siamo nel cuore di Milano.
Manutenzione BAM: intervista a Paolo Richelmi (Landscape Architect)
Nel team BAM di cosa ti occupi?
Essendo BAM un parco unico nel suo genere, richiede una manutenzione accurata e studiata in ogni periodo dell’anno. Oltre alla manutenzione ordinaria, anche la proprietà stessa avanza diverse richieste manutentive che necessitano di essere prese in carico.
Il mio ruolo si può riassumere come figura “tramite” di riferimento tra la committenza e HW Style.
Uno degli appuntamenti fondamentali per il coordinamento delle attività manutentive, è il sopralluogo settimanale che viene effettuato durante tutto l’arco dell’anno. Queste visite hanno lo scopo di prendere visione degli interventi di manutenzione necessari in relazione alla stagionalità.
È a partire da questi momenti che avviene la ricezione delle necessità del parco e la successiva elaborazione e restituzione delle richieste alla proprietà.
Quali sono le altre figure coinvolte per la gestione del parco?
Durante gli appuntamenti settimanali sono presenti sia figure interne che esterne a HW Style.
Le figure esterne coinvolte si compongono dagli architetti della direzione lavori, dai referenti responsabili della manutenzione di BAM e da alcune figure delegate alla supervisione del parco dalla proprietà.
Manutenzione BAM: intervista a Andrea Malpicci (QSHE Coordinator)
Quali sono i DPI essenziali per garantire e preservare la sicurezza dei lavoratori?
La gestione di un parco come BAM richiede un notevole impegno in termini di manutenzione – basti pensare che il parco è aperto 365 giorni all’anno, h24, non ha recinzioni – e questo comporta una serie di attività eterogenee e complesse.
Per garantire un ambiente sicuro e produttivo per il personale che vi lavora è fondamentale e necessario adottare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), che vengono selezionati in base alle specifiche esigenze di ciascuna attività.
La vasta gamma di compiti da svolgere all’interno del parco richiede una valutazione approfondita dei rischi associati a ciascuna attività. Ad esempio, per le attività di potatura degli alberi ad alto fusto, che magari richiedono l’uso della motosega, sono necessari DPI come tute, guanti e scarpe antitaglio, imbracature e cordini anticaduta; oltre ai DPI più semplici, quali elmetti, otoprotettori, occhiali/visiere. Al contrario, per la manutenzione delle aiuole o la scerbatura manuale sono necessari DPI differenti, come guanti e maschere antipolvere.
Preventivamente alla scelta dei DPI, vengono fatte dalle accurate valutazioni dei rischi da parte del Datore di Lavoro in collaborazione con il SPP (Servizio di Prevenzione e Protezione) e il Medico Competente da lui nominati, e successivamente alla consultazione degli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza).
Inoltre, la formazione del personale è un aspetto cruciale per garantire l’efficace utilizzo dei DPI. Il personale deve essere formato, informato e addestrato su come indossare correttamente e utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuali forniti, nonché su come effettuare ispezioni periodiche per assicurarsi che siano in buone condizioni.
Conclusioni
Ringraziamo i membri del Team BAM di HW Style per averci raccontato in che modo si struttura il lavoro di manutenzione ordinaria e straordinaria di un parco così vasto e complesso come BAM – Biblioteca degli alberi di Milano.
da Redazione | Set 20, 2023 | Green Design
Nel mondo della flora, la resilienza è una virtù straordinaria. Le piante, in tutta la loro varietà, hanno sviluppato enormi capacità di adattamento per sopravvivere e prosperare in ambienti anche estremi.
Mentre il clima del nostro pianeta continua a fluttuare e a diventare sempre più imprevedibile, la capacità delle piante di resistere sia al freddo glaciale che al caldo torrido assume un’importanza sempre maggiore.
Siamo testimoni di cambiamenti climatici senza precedenti, con eventi meteorologici che si verificano con maggiore frequenza in tutto il mondo. In questo contesto, le piante resilienti giocano un ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità e nel mantenimento degli ecosistemi.
Piante resistenti al freddo: caratteristiche
Le piante resistenti al freddo sono una categoria di vegetazione in grado di sopravvivere e prosperare in condizioni climatiche avverse, caratterizzate da temperature molto basse. A tal proposito è importante sottolineare un aspetto, ovvero che tra il freddo umido e il freddo secco le piante riescono a sopportare meglio il secondo rispetto al primo.
Vediamo, ora, alcune delle caratteristiche principali delle piante resistenti al freddo:
- tolleranza al gelo: sono in grado di tollerare temperature molto basse senza subire danni significativi. Questa tolleranza è spesso dovuta alla capacità di alcune piante di produrre sostanze chimiche che impediscono la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule;
- adattamenti morfologici: molte di queste piante hanno foglie resistenti al freddo, piccole o ricoperte da una peluria spessa per ridurre la perdita di acqua e proteggere i tessuti vegetali. Inoltre, alcune piante possono perdere le foglie durante l’inverno per conservare energia e risorse;
- sistemi di radici profonde: alcune piante resistenti al freddo hanno radici così profonde da consentire l’accesso a riserve d’acqua molto distanti;
- ritmi di crescita adattabili: queste piante sono in grado di entrare in uno stato di quiescenza durante l’inverno, rallentando o addirittura interrompendo la crescita fino a quando le temperature si riscaldano;
- semi resistenti al gelo: alcune piante producono semi che possono resistere alle basse temperature e germogliare con successo quando le condizioni diventano più favorevoli;
- adattabilità genetica: nel corso del tempo, le piante resistenti al freddo hanno sviluppato una notevole adattabilità genetica alle condizioni locali, il che significa che le popolazioni di queste piante possono variare leggermente da una regione all’altra in risposta alle condizioni climatiche specifiche.
Le piante resistenti al freddo sono fondamentali per gli ecosistemi delle regioni temperate e artiche, in cui le stagioni fredde sono prolungate e spesso severe. Inoltre, sono preziose per l’agricoltura, in quanto consentono la coltivazione di colture in climi freddi, ma anche per la realizzazione di giardini, parchi pubblici e aree verdi in zone con climi più rigidi.
Quali sono le principali piante resistenti al freddo
Esistono numerose piante resistenti al freddo, anche note come “piante rustiche”, adatte a climi freddi o invernali. La loro resistenza al freddo varia in base alle specie e alle varietà specifiche.
Ecco alcune delle piante più comuni e ampiamente coltivate capaci di resistere anche alle temperature più rigide del nostro Paese:
- Cupressocyparis leylandii: è una conifera sempreverde molto popolare nei paesaggi grazie alla sua crescita rapida e alla forma slanciata, spesso utilizzata come siepe per la sua capacità di fornire privacy e struttura ai giardini;
- Abies spp. (abete): sono alberi conifere iconici con fogliame verde scuro e aghi, spesso utilizzati come alberi di Natale grazie alla loro forma conica e alla capacità di sopportare il peso degli ornamenti;
- Picea abies (abete rosso): noto anche come abete comune o abete norvegese, è una conifera maestosa con aghi verde scuro e coni pendenti, spesso coltivata per la sua bellezza nei parchi e nei giardini;
- Erica: pianta sempreverde, nota per le piccole foglie e i fiori tubolari in una varietà di colori tra cui rosa, bianco e viola. Viene comunemente coltivata come pianta ornamentale in vasi o giardini rocciosi;
- Rhododendron (azalea): sono arbusti a foglia persistente o decidue, noti per la loro spettacolare fioritura primaverile. Le loro vistose infiorescenze possono variare in colore, inclusi il rosa, il rosso e il bianco, e sono ampiamente apprezzate nei giardini;
- Camelia: è un arbusto o albero sempreverde noto per i suoi fiori eleganti e vistosi, che variano dal bianco al rosa e al rosso, ampiamente coltivati per la loro bellezza ornamentale. Fioriscono in inverno o in primavera;
- Prunus laurocerasus: è un arbusto sempreverde con foglie lucenti e fiori profumati bianchi o cremisi spesso utilizzato per le siepi;
- Viburnum: è un genere di arbusti e alberi con fiori bianchi o rosa, noti per la loro fragranza. Molte specie di viburno sono coltivate come piante ornamentali;
- Betula (betulla):è un albero deciduo noto per la sua corteccia bianca e liscia, apprezzato nei giardini per la sua eleganza e la sua capacità di fornire ombra leggera.
Queste sono solo alcune delle molte piante resistenti al freddo disponibili per l’uso in giardini, parchi, aree verdi e che sono adatte al freddo delle nostre zone. Prima di scegliere qualsiasi pianta, però, è importante considerare le esigenze specifiche della stessa, inclusa l’esposizione al sole, il tipo di terreno e la zona in cui ci si trova.
Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo 5 elementi alla base della progettazione di un parco o giardino.
Piante resistenti al caldo: caratteristiche
Come le precedenti, anche le piante resistenti al caldo hanno sviluppato una serie di adattamenti che consentono loro di sopravvivere e prosperare in climi caldi e aridi. Queste caratteristiche speciali le aiutano a conservare l’acqua, a resistere alle alte temperature e a proteggersi dai danni causati dai raggi solari intensi.
Ecco alcune delle principali caratteristiche delle piante resistenti anche alle temperature più alte che si registrano nel nostro Paese:
- foglie adattate: molte piante resistenti al caldo hanno foglie modificate per ridurre la perdita di acqua attraverso la traspirazione, possono essere piccole, carnose o avere una peluria per ridurre l’evaporazione;
- tessuti succulenti: le piante succulente, come i cactus e le piante grasse, accumulano acqua nei loro tessuti per affrontare periodi di siccità;
- sistema di radici fibrose: alcune piante hanno radici fibrose che si espandono ampiamente nel terreno per catturare l’umidità disponibile;
- strutture di conservazione dell’acqua: alcune piante, come l’agave, raccolgono l’acqua piovana nelle loro foglie o sviluppano strutture specializzate per conservare l’acqua nelle radici o nel tronco;
- stoma regolati: gli stomi, ovvero le piccole aperture nelle foglie attraverso le quali le piante scambiano gas con l’ambiente, possono essere regolate per ridurre la traspirazione durante le ore più calde del giorno;
- fioriture adattate: alcune piante fioriscono in risposta alle precipitazioni, il che significa che fioriscono solo dopo le piogge, consentendo loro di massimizzare l’uso dell’acqua disponibile;
- resistenze alle temperature elevate e alla siccità: possono tollerare temperature elevate senza subire danni significativi oltre a essere in grado di sopravvivere a lunghi periodi senza pioggia;
- protezione dai raggi solari: alcune piante sviluppano foglie o tronchi specializzati, che forniscono ombra e protezione dai raggi solari diretti;
- cicli di crescita adattabili: alcune piante resistenti al caldo possono entrare in uno stato di quiescenza durante le estati più calde per conservare l’energia e le risorse.
Queste caratteristiche fanno delle piante resistenti al caldo una scelta ideale per le regioni del nostro Paese con climi caldi e secchi, dove possono sopravvivere con meno irrigazione e manutenzione rispetto alle piante più sensibili al calore.
Per approfondire, invitiamo a leggere anche il nostro articolo Piante resistenti alla siccità per un giardino a basso consumo d’acqua.
Quali sono le principali piante resistenti al caldo
Ecco alcune delle piante resistenti al caldo più comuni, ampiamente coltivate e utilizzate nella realizzazione di giardini, parchi e aree verdi urbane nel nostro Paese:
- Nerium oleander (oleandro): è un arbusto sempreverde dall’elegante fogliame verde scuro e fiori vistosi che spaziano dal bianco al rosa e al rosso, ampiamente coltivato per la sua resistenza e la capacità di prosperare in climi caldi e secchi;
- Myrtus communis (mirto): è un arbusto aromatico con piccole foglie verde scuro e fiori profumati di colore bianco. Le sue bacche blu sono utilizzate per aromatizzare liquori come il mirto;
- Teucrium (camedrio femmina): è una pianta erbacea perenne con foglie verde scuro e fiori tubolari di colore rosa o lavanda, nota per le sue proprietà medicinali e come pianta da bordura nei giardini, grazie alla sua bellezza e resistenza;
- Rhaphiolepis: è un genere di arbusti ornamentali sempreverdi che producono fiori bianchi o rosa e bacche decorative. Queste piante sono spesso coltivate per il loro aspetto grazioso e la capacità di resistere a condizioni ambientali difficili;
- Trachelospermum jasminoides (gelsomino): è un rampicante sempreverde con foglie lucenti e fiori a forma di stella di colore bianco dal profumo dolce e avvolgente, ampiamente coltivato per adornare pergolati;
- Callistemon: è un arbusto dalla caratteristica fioritura rossa o rosa ampiamente apprezzato per il suo aspetto unico e la capacità di attrarre uccelli e insetti impollinatori nei giardini.
Quali sono le piante resistenti sia al caldo che al freddo
Alcune specie di piante e alberi possono essere piantate, crescere e prosperare sia in ambienti con temperature elevate che nelle zone più temperate o rigide del nostro Paese.
Ecco un elenco delle principali piante resistenti sia al caldo che al freddo:
- Sedum spp.: noti per la loro resistenza e il fogliame succulento, spesso coltivati per l’aspetto decorativo nei giardini rocciosi o come copertura del suolo.
- Graminacee spp.: le graminacee includono una vasta gamma di erbe ornamentali con foglie strette e fiori a spiga, come il Miscanthus e il Pennisetum. Sono apprezzate per la loro texture e la capacità di dare movimento ai giardini.
- Convallaria (mughetto): è una pianta a foglia larga nota per i suoi piccoli fiori bianchi a forma di campana e il profumo delicato.
- Cornus spp.: sono alberi o arbusti noti per i loro fiori e frutti ornamentali e per la corteccia colorata.
- Mahonia aquifolium, Mahonia bealei: le Mahonie sono arbusti sempreverdi con foglie spinose e fiori gialli profumati, apprezzati per la loro bellezza invernale e la capacità di attirare la fauna selvatica nei giardini.
- Photinia: sono arbusti ornamentali con foglie rosse o verde scuro e piccoli fiori bianchi, spesso piantati come siepi o alberi da giardino per il loro aspetto vivace.
- Achillea millefolium: è una pianta erbacea perenne con fiori piatti e foglie filiformi, coltivata per i suoi fiori in vari colori e la capacità di attirare insetti impollinatori.
- Helleborus: l’elleboro è una pianta perenne a foglia persistente con fiori pendenti invernali o primaverili, ampiamente coltivata per la sua resistenza.
- Peonia arborea o Peonia sinensis: sono piante perenni con grandi fiori vistosi in vari colori, apprezzate per la loro fioritura.
- Echinacea: è una pianta erbacea perenne nota per i suoi fiori ligulati in colori come giallo, bianco, rosa, porpora, coltivata per le sue proprietà medicinali e ornamentali.
- Iris sibirica o Iris germanica: sono piante a foglia persistente o decidua con fiori vistosi in una varietà di colori.
- Deutzia scabra: è un arbusto a foglia caduca noto per i suoi grappoli di fiori bianchi o rosa.
- Magnolia stellata: è un piccolo arbusto con fiori a stella bianchi o rosa, apprezzato per la sua fioritura primaverile e il profumo delicato.
Come è possibile percepire, leggendo l’articolo, la scelta delle piante in giardini, parchi pubblici o aree verdi non è semplice e richiede molte competenze e conoscenze tecniche. Per questo è importante affidarsi a realtà specializzate come HW Style per poter dare vita a progetti in grado di rispettare non solo l’ambiente, ma anche la natura e le caratteristiche delle piante stesse.
da Redazione | Set 15, 2023 | Green Design
Realizzare un balcone verde e fiorito tutto l’anno, che abbia un aspetto splendido in ogni stagione, non è solo possibile ma anche gratificante, a patto che si possiedano le giuste conoscenze e competenze.
È infatti essenziale sapere quali piante mettere a dimora, i periodi di fioritura di ogni pianta, il tipo di fiore che le caratterizza, ma anche i vasi e le fioriere da impiegare, gli impianti di irrigazione di cui dotarsi e molti altri aspetti pratici dai quali deriva una fioritura perenne, stabile ed esteticamente gradevole.
Per avere un balcone fiorito tutto l’anno e godere dei benefici che ne derivano, si consiglia il ricorso a una realtà specializzata nella progettazione e realizzazione di aree verdi, come HW Style.
L’importanza della diversificazione
Se l’obiettivo è avere un balcone verde e fiorito durante tutto l’anno, che affronti quindi le varie stagioni senza mai perdere colori, le opzioni sono diverse.
La prima, ovviamente, consiste nel selezionare specie perenni, che fioriscano in tutte le stagioni e mantengano una fioritura costante nel corso dei mesi.
Tuttavia, le piante perenni non sono l’unica componente che rende i nostri balconi dei balconi fioriti.
Per una maggiore diversificazione, suggeriamo di alternare nelle composizioni specie di erbacee perenni e di erbacee annuali o stagionali con piante arbustive sempreverdi a fioritura prolungata.
In questo modo avremo fioriture costanti in momenti differenti dell’anno che rendono il balcone dinamico e ricco di colori.
Ricordiamo che, se si dispone di un piccolo balcone, è possibile leggere il nostro articolo Come si costruisce un giardino verticale in spazi limitati.
Pianificare la successione delle fioriture
Non è semplice trovare delle piante che fioriscano tutto l’anno e che si adattino a ogni clima e/o esposizione al sole, per questo si consiglia di optare per un’adeguata diversificazione, alternando varie specie in modo che possano sempre garantire il raggiungimento dell’obiettivo finale, ovvero avere un balcone fiorito sempre.
Affinché questo avvenga, è essenziale pianificare la successione delle fioriture, organizzando le piante in modo che quando alcune finiscono di fiorire, altre stiano iniziando a sbocciare. Questo assicurerà una continuità di fioriture nel corso dell’anno.
Tutto ciò implica la selezione a monte di piante con periodi di fioritura diversi e il posizionamento strategico delle stesse in modo da garantire una fioritura continua e prolungata, nel tempo e nello spazio.
Il team di professionisti incaricato di progettare e realizzare il balcone fiorito dovrà, quindi, procedere nel modo seguente:
- conoscere il periodo di fioritura delle piante scelte, in modo da distribuirle con cura in vasi e fioriere;
- creare una tabella di pianificazione, al cui interno segnare il periodo in cui per ognuna di esse è previsto che fiorisca. Questo permetterà di avere una visione d’insieme della successione delle fioriture nel corso dell’anno;
- mescolare specie annuali, perenni e sempreverdi. Le annuali tendono a fiorire intensamente per un breve periodo, le perenni possono offrire fioriture continue durante l’anno, mentre le sempreverdi danno struttura alla composizione in modo costante tutto l’anno;
- pianificare la posizione delle piante in modo strategico e dinamico per garantire un effetto visivo gradevole e omogeneo durante l’andamento delle stagioni;
- aggiornare la pianificazione ogni anno: poiché le condizioni climatiche possono variare di anno in anno, potrebbe essere necessario modificare la pianificazione della successione delle fioriture.
Con una pianificazione oculata, un’attenta scelta delle piante e una cura costante, sarà possibile godere di un balcone fiorito tutto l’anno, che regalerà una meravigliosa varietà di colori e profumi in ogni stagione.
Quali sono le specie da scegliere?
Vista la grande variabilità di condizioni climatiche e stagionali, molto diverse durante l’arco dell’anno, risulta difficile trovare fiori rigogliosi in modo costante, e in ugual misura in tutte le Regioni.
In aiuto alla progettazione dei balconi fioriti possiamo prendere in considerazione diverse piante che hanno fioriture prolungate, in grado di durare qualche mese, e che possono offrire un’affascinante varietà di colori e profumi per buona parte dell’anno.
Come anticipato precedentemente, per avere un balcone vegetato e esteticamente apprezzabile durante tutto l’anno, sarà necessario combinare specie di erbacee perenni a lunga fioritura, di erbacee annuali e di arbustive sempreverdi. Di seguito un elenco di alcune specie cui ricorrere.
Specie erbacee perenni a lunga fioritura:
- Verbena bonariensis: è una pianta erbacea, con fiori viola pallido disposti su steli alti e sottili. Fiorisce per gran parte dell’estate e dell’autunno;
- Erigeron karvinskianus: è una pianta erbacea originaria del Messico, caratterizzata da piccoli fiori bianchi con un centro giallo, che cresce in modo compatto e tappezzante;
- Nassella tenuissima: comunemente nota come “piuma d’erba messicana“,è una pianta erbacea perenne con steli sottili e delicati e fiori e pannocchie argentati.
Specie erbacee annuali:
- Pelargonium: è una pianta erbacea nota per i suoi fiori vistosi e profumati;
- Petunia: è una pianta erbacea, con fiori a forma di tromba che possono essere di diversi colori, tra cui rosa, viola, bianco e rosso. È molto apprezzata come pianta da giardino e da balcone;
- Impatiens: sono piante erbacee con fiori dai colori vivaci, come il rosa, il viola e il bianco, particolarmente adatte per l’ombra, conosciute per la loro abbondante fioritura.
Specie arbustive sempreverdi:
- Rosmarinus prostratus: anche noto come rosmarino rampicante, è un arbusto sempreverde con foglie sottili e aromatiche;
- Pittosporum tobira ‘Nanum’: questo arbusto sempreverde ha foglie lucide e ovali, e produce piccoli fiori profumati bianchi o gialli;
- Viburnum tinus: è un arbusto sempreverde, con foglie scure e lucide e fiori bianchi o rosa, che sbocciano in inverno e primavera. È ampiamente coltivato per il suo aspetto ornamentale e la resistenza alle basse temperature.
La fioritura può variare in base al clima e alle condizioni specifiche del balcone, per questo è essenziale scegliere con cura le piante adatte al clima locale e fornite loro le cure adeguate per garantire una fioritura sana e continua.
Vasi e fioriere per un balcone fiorito
La scelta di vasi e fioriere è un aspetto importante per la realizzazione di un balcone fiorito tutto l’anno, e non solo per la loro funzione primaria, ovvero fungere da contenitori per le piante, ma anche come elementi di design che contribuiscono all’estetica e al design.
Noi di HW Style offriamo ai nostri clienti una vasta selezione di vasi e fioriere di design, dai modelli più tradizionali a quelli più innovativi, proponendo il giusto equilibrio tra estetica e praticità.
Soluzioni innovative da adottare
Le tecniche innovative per creare un balcone fiorito tutto l’anno combinano la creatività con le nuove tecnologie e gli approcci sostenibili.
Ecco alcune soluzioni da considerare:
- giardini verticali automatizzati: utilizzare sistemi di irrigazione automatizzati e verticali, come pareti verdi o moduli di giardino verticali, che permettono di coltivare piante in spazi limitati e mantenere un equilibrato apporto di acqua e nutrienti;
- piante autoctone e adattabili: scegliere piante autoctone o compatibili con il clima locale riduce la necessità di cure intensive e contribuisce a sostenere la biodiversità del posto;
- sensori di umidità e temperatura: l’utilizzo di sensori può aiutare a monitorare le condizioni ambientali del balcone, consentendo di adattare l’irrigazione e la cura delle piante in base alle necessità effettive;
- piante commestibili: oltre ai fiori ornamentali, si potrebbe scegliere di coltivare anche erbe aromatiche, verdure o frutti in vasi o fioriere, aggiungendo una componente commestibile al balcone fiorito, creando un piccolo orto urbano;
- piante per attirare insetti utili: includere piante che attirano insetti utili, come api e farfalle, potrebbe favorire l’impollinazione e la biodiversità.
Il team di professionisti potrà studiare le soluzioni più innovative ed efficaci adeguate allo spazio da realizzare e agli obiettivi del committente.
Irrigazione delle piante in un balcone fiorito
L’irrigazione del balcone è un aspetto fondamentale per mantenere le piante sane e fiorite tutto l’anno.
La corretta gestione dell’acqua assicurerà che le piante abbiano il giusto livello di umidità, evitando un’eccessiva essiccazione e ritenzione d’acqua.
Ecco come procedere:
- conoscere le esigenze delle piante: ogni pianta ha esigenze specifiche di irrigazione, per questo è essenziale essere a conoscenza della quantità di acqua necessaria e la frequenza di irrigazione raccomandata per ciascuna specie presente sul balcone;
- verificare il drenaggio: i vasi e le fioriere devono avere fori di drenaggio sul fondo, che permettono all’acqua in eccesso di defluire, evitando il ristagno che può danneggiare le radici;
- monitorare il suolo: è essenziale controllare regolarmente l’umidità del suolo per individuare il momento di irrigare. Come accennato prima, in questa fase risultano molto utili i sensori di umidità;
- evitare l’eccesso d’acqua: troppa acqua può portare le radici a marcire e causare diverse malattie delle piante. Per questo motivo, bisogna procedere solo quando c’è effettivo bisogno;
- irrigazione al mattino o alla sera: è preferibile irrigare al mattino presto o alla sera tardi, perché sono i momenti in cui l’evaporazione è più bassa e le piante possono beneficiare meglio dell’acqua fornita. A tal proposito, invitiamo a leggere l’articolo Come e quando innaffiare le piante;
- utilizzare sistemi di irrigazione: se possibile, utilizzare sistemi di irrigazione come gocciolamento o irrigazione a immersione, che aiutano a fornire l’acqua in modo uniforme e efficiente;
- irrigare in base al clima: bisogna modificare la frequenza dell’irrigazione in base alle condizioni climatiche. Durante i periodi caldi o ventosi, potrebbe essere necessario irrigare più spesso, mentre in periodi più freschi o piovosi, potrebbe essere necessario ridurre la frequenza;
- cura durante l’assenza: nei periodi di assenza, si raccomanda di avere un sistema di irrigazione automatico o di affidarsi a un team dedicato che possa prendersi cura delle piante.
Il risparmio idrico è, oggi più che mai, un tema sensibile e complesso, ragione in più per evitare sprechi e ottimizzare l’irrigazione di piante e fiori sul balcone, anche optando per piante resistenti alla siccità, che quindi necessitano di un minore apporto di acqua.
Conclusioni
Creare un angolo verde e floreale sul proprio balcone è un progetto che richiede pianificazione, attenzione ai dettagli, scelta accurata dei fiori da utilizzare e conoscenza della loro resistenza alle varie temperature oltre a una buona dose di creatività.
Tuttavia, i risultati possono essere sorprendenti e gratificanti e, sicuramente, per ottenere un risultato soddisfacente rivolgersi a realtà del settore specializzate e competenti, come HW Style, può fare la differenza.
da Redazione | Set 5, 2023 | Green Design
Nel vasto mondo della progettazione paesaggistica sta emergendo con forza un approccio innovativo e sostenibile alla creazione di spazi verdi, il cosiddetto “Dry Garden”, o giardino senza irrigazione.
In un’epoca in cui il tema della gestione oculata e corretta dell’acqua oltre che della sostenibilità ambientale stanno diventando sempre più rilevanti e centrali, il Dry Garden si presenta come una risposta intelligente e affascinante alle sfide climatiche e alle esigenze dei tempi moderni.
Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Piante resistenti alla siccità per un giardino a basso consumo d’acqua.
Un Dry Garden ben realizzato è molto più di un semplice giardino: è un rifugio per la vita selvatica, un esempio tangibile di come l’ingegno umano possa lavorare in armonia con la natura.
Cos’è un Dry Garden (giardino senza irrigazione)
Un Dry Garden, noto anche come giardino senza irrigazione o giardino xeriscape, è un tipo di giardino progettato per richiedere il minimo apporto di acqua possibile.
L’obiettivo principale è creare uno spazio verde sostenibile e rispettoso dell’ambiente, riducendo al minimo il consumo di acqua, che è una risorsa preziosa, soprattutto nelle aree soggette a siccità o a scarse risorse idriche.
Questi giardini sono pensati per sopravvivere con le risorse d’acqua naturalmente disponibili, senza la necessità di un’irrigazione intensiva. Per raggiungere questo obiettivo, i progettisti e i giardinieri che lavorano su un Dry Garden selezionano piante adattate alle condizioni climatiche locali e in grado di resistere e prosperare con poche risorse idriche, senza per questo trascurare l’estetica.
Progettazione di un giardino senza irrigazione
La progettazione di un giardino senza irrigazione richiede un approccio attento e ben pianificato per garantire che il risultato sia non solo sostenibile, ma anche esteticamente attraente.
Ecco alcuni step fondamentali da considerare nella progettazione di un giardino senza irrigazione:
- analisi del sito e delle condizioni: prima di tutto, è essenziale comprendere le condizioni climatiche, il tipo di terreno e l’esposizione solare del sito. Queste informazioni guideranno la selezione delle piante e la disposizione degli elementi;
- scelta delle piante adatte: la scelta dovrà ricadere su piante native o altre varietà capaci di adattarsi alle condizioni locali, specie resistenti alla siccità e alle temperature estreme. Le piante succulente, le erbe aromatiche e le graminacee sono spesso ottime per tale scopo;
- zonizzazione: il giardino viene diviso in zone con esigenze idriche simili, posizionando le piante che richiedono più acqua vicino a eventuali fonti d’acqua naturali o a punti di raccolta dell’acqua piovana;
- pianificazione del drenaggio: il terreno deve essere dotato di un buon drenaggio per evitare il ristagno dell’acqua, che potrebbe danneggiare le piante. L’uso di ghiaia o pietre nella parte superiore del terreno può aiutare a migliorare questo aspetto;
- pacciamatura: il terreno viene poi coperto con uno strato di pacciamatura organica, come corteccia di legno o lapillo, per ridurre l’evaporazione dell’acqua e mantenere l’umidità del terreno;
- utilizzo di rocce ed elementi decorativi: le rocce non solo aggiungono un elemento visivo interessante al giardino, ma possono anche trattenere il calore e fornire ombra alle piante;
- raccolta dell’acqua piovana: bisogna installare sistemi di raccolta dell’acqua piovana, come tetti inclinati o canalizzazioni, per raccogliere l’acqua da utilizzare per l’irrigazione occasionale;
- manutenzione adeguata: anche se un giardino senza irrigazione richiede meno manutenzione rispetto a un giardino tradizionale, è importante effettuare controlli periodici per rimuovere eventuali piante infestanti e monitorare la salute delle piante;
- cura del suolo: l’utilizzo di compost o altri elementi organici può migliorare la struttura e la fertilità del terreno, favorendo la ritenzione dell’umidità e la salute delle piante.
Un giardino senza irrigazione ben progettato può essere un rifugio di bellezza naturale e un esempio di sostenibilità, ma richiede l’intervento di team specializzati, come quello di HW Style.
Per maggiori informazioni, consultare il nostro sito web, cliccando qui.
Quali sono i vantaggi di un Dry Garden?
La creazione di un Dry Garden offre una serie di vantaggi, sia dal punto di vista ambientale che pratico, tra cui i seguenti:
- risparmio d’acqua: risulta essere uno dei vantaggi più evidenti poiché il giardino viene progettato per richiedere il minimo apporto idrico, riducendo drasticamente il consumo di acqua e contribuendo alla conservazione delle risorse idriche;
- sostenibilità ambientale: i giardini senza irrigazione sono in linea con un approccio sostenibile all’uso delle risorse naturali. Riducendo il bisogno di acqua, si contribuisce a preservare le riserve idriche locali e a minimizzare l’impatto sull’ecosistema circostante;
- bassa manutenzione: come già accennato, i giardini senza irrigazione richiedono meno manutenzione rispetto ai giardini tradizionali. Poiché le piante sono selezionate per la loro resistenza alla siccità, c’è meno bisogno di annaffiature frequenti e di altre cure intensive;
- resilienza alle condizioni climatiche: le piante scelte per un giardino senza irrigazione sono spesso resistenti alle siccità e alle condizioni climatiche estreme. Ciò significa che il giardino rimarrà rigoglioso ed esteticamente gradevole anche durante periodi di tempo secco o caldo;
- promozione della biodiversità: optando per piante in grado di adattarsi alle condizioni del luogo si crea un ambiente favorevole alla flora e alla fauna. Questo può contribuire alla promozione della biodiversità e alla creazione di habitat per insetti benefici e uccelli;
- design creativo: la progettazione di un giardino senza irrigazione richiede creatività e pensiero strategico. Giocare con forme, colori e texture può portare a risultati visivamente accattivanti e unici;
- ammortizzazione dei costi: nel lungo periodo, i giardini senza irrigazione possono ridurre i costi associati all’acquisto e all’uso di attrezzature per l’irrigazione;
- ampia varietà di piante: anche se il termine “Dry Garden” fa pensare a un giardino di piante succulente, in realtà offre un’ampia varietà di specie tra cui scegliere, incluse erbe aromatiche, graminacee, arbusti e alberi resistenti alla siccità;
- sensibilizzazione ambientale: creando e mantenendo un giardino senza irrigazione, si fornisce un esempio tangibile di come sia possibile vivere in armonia con l’ambiente utilizzando le risorse con parsimonia;
- adattabilità a diverse aree: i giardini senza irrigazione non sono limitati a specifiche regioni geografiche. Possono essere progettati ovunque, adattando la selezione delle piante alle condizioni climatiche locali.
In definitiva, un giardino senza irrigazione offre una combinazione di sostenibilità, bellezza e praticità che lo rende un’opzione interessante per chi desidera creare uno spazio verde rispettoso dell’ambiente e facilmente gestibile.