Nel corso degli ultimi decenni la popolazione residente nelle aree urbane è nettamente aumentata, diventando maggioritaria rispetto alle aree rurali, come evidenziato da questo grafico.
La presenza di una quantità così elevata di persone nelle aree urbane ha avuto, e continuerà ad avere, un impatto enorme sulla biodiversità in città, mettendo a rischio la flora, la fauna e la tenuta idrogeologica del suolo.
Ne consegue la necessità di proteggere la natura che ci circonda, favorendo un’edilizia sostenibile e creando spazi verdi urbani a sufficienza.
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Cosa s’intende per biodiversità
Il termine biodiversità è la traduzione dall’inglese biodiversity, abbreviazione di biological diversity (diversità biologica). Secondo la definizione fornita da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), per biodiversità si intende:
“la ricchezza di vita sulla terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera.”
Gli ambienti costruiti, in particolare nelle aree urbane, mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali, compromettendo il delicato equilibrio tra abbondanza, distribuzione e interazioni tra le diverse componenti del sistema.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha elaborato questa infografica, nella quale vengono indicati i principali fattori antropici di pressione sulla natura e sulla biodiversità.
La perdita della biodiversità e degli ecosistemi naturali a cui stiamo assistendo è catastrofica tanto quanto i cambiamenti climatici, e le cause principali sono da additare alle attività antropiche.
L’importanza della biodiversità
Citando l’ISPRA, “la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.”
Di fatto, la biodiversità e gli ecosistemi ci forniscono cibo, salute e medicinali, materie prime, attività ricreative e benessere, filtrano la nostra aria e l’acqua, aiutano a mantenere il clima in equilibrio, riconvertono i rifiuti in risorse, e molto altro ancora.
Semplificando, non ne possiamo fare a meno, e visto che, al pari dei cambiamenti climatici, sono le azioni dell’uomo a rappresentare la principale minaccia, è fondamentale intraprendere una serie di azioni che vadano nella direzione della protezione della biodiversità.
Il legame tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità è molto più stretto di quanto si possa pensare; essi sono interdipendenti e si esacerbano a vicenda.
Non a caso la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 prevede una serie di azioni di contrasto agli effetti del cambiamento climatico che passano proprio attraverso la protezione della biodiversità, come il ripristino di foreste, suoli e zone umide e la creazione di spazi verdi nelle città.
La biodiversità in città
Seppur fortemente limitate dall’eccesso di consumo di suolo e dalla forte cementificazione perpetrata nel corso del tempo, le nostre città sono ambienti nei quali è presente una biodiversità da proteggere e favorire.
Ci riferiamo a specie vegetali e animali tipiche di un territorio, endemiche, che interagiscono tra loro in un equilibrio tanto perfetto quanto delicato.
La rimozione di terreni e aree verdi naturali per fare spazio a costruzioni residenziali, commerciali e/o industriali, si traduce nell’abbattimento di habitat fondamentali per animali e piante, con conseguenze che possono apparire minime o risibili a livello micro se non addirittura impercettibili a uno sguardo più superficiale, ma che innescano un circolo vizioso potenzialmente inarrestabile.
Ne sono un esempio le isole di calore, causate dalla rimozione di spazi verdi nelle città capaci di assorbire le principali sostanze inquinanti e ridurre le temperature, sempre più elevate.
Cosa fare in città?
Le azioni da intraprendere per contrastare la perdita di biodiversità sono molteplici ed estremamente complesse, ma essenziali e urgenti.
La Strategia sulla biodiversità per il 2030 dell’UE summenzionata, per esempio, prevede:
- trasformare almeno il 30% dei territori dell’UE e il 30% dei mari in aree protette efficacemente gestite e coerenti;
- ripristinare gli ecosistemi degradati e fermare ogni ulteriore danno alla natura;
- ripristino di almeno 25.000 km di fiumi dell’UE da liberare da dighe non necessarie;
- ridurre l’uso e il rischio di pesticidi di almeno il 50%;
- invertire il declino degli impollinatori;
- stabilire caratteristiche paesaggistiche ricche di biodiversità su almeno il 10% dei terreni agricoli;
- gestire il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica e promuovere l’approvazione di pratiche agro-ecologiche;
- piantare oltre 3 miliardi di alberi diversi e ricchi di biodiversità;
- affrontare le catture accessorie e i danni dei fondi marini.
Ma cosa si può fare nelle nostre città, dove vive più del 50% della popolazione mondiale?
- ridurre la coltivazione di specie vegetali alloctone, ovvero estranee alla flora tipica della città e, più in generale, del Mediterraneo, e piantare alberi e piante endemiche;
- favorire lo sviluppo degli orti urbani, magari sfruttando anche i tetti verdi degli edifici;
- procedere alla riforestazione di aree disboscate;
- creare parchi e giardini urbani ricchi di verde;
- creare dei corridoi biologici, ovvero delle aree verdi che connettono tra di loro due spazi divisi da ambienti costruiti dall’uomo, come strade, case e colture agricole;
- promuovere l’edilizia sostenibile, con l’impiego di materie prime dal minore impatto ambientale;
- diffondere la realizzazione di giardini verticali esterni.
Queste azioni, unite a una corretta educazione civica e a un maggiore rispetto della natura, possono favorire e proteggere la biodiversità in città, con le ricadute positive in termini non solo ambientali ma anche economici e sociali.