Quali sono i principi su cui si basa la lotta biologica

da | Set 23, 2022 | Ambiente

Parchi pubblici, aree verdi urbane, giardini e spazi ricchi di vegetazione necessitano di cure costanti, che non si limitano solo alla manutenzione ordinaria e straordinaria, ma devono comprendere anche interventi di protezione delle piante da insetti dannosi e parassiti.  

Purtroppo, l’impiego di insetticidi di sintesi può compromettere la biodiversità del luogo, e minacciare la sopravvivenza delle specie di insetti che svolgono invece un ruolo protettivo nei confronti della vegetazione, anche predando proprio gli insetti dannosi. 

Una strategia ormai sempre più diffusa, da sfruttare sia in agricoltura che nella gestione del verde pubblico, consiste nella cosiddetta lotta biologica

Cosa si intende per la lotta biologica?

Con l’espressione lotta biologica si intende l’impiego di nemici naturali al fine di predare gli insetti dannosi (come gli afidi), e proteggere, così, piante e coltivazioni agricole, nel rispetto della biodiversità del luogo.  

Il controllo biologico può essere utilizzato contro tutti i tipi di parassiti, compresi i vertebrati, i patogeni delle piante, le erbacce e gli insetti, ma i metodi e gli agenti utilizzati sono diversi per ogni tipo di parassita.

È un approccio che si contrappone alla cosiddetta “lotta chimica”, che consiste nell’impiego di sostanze chimiche di sintesi come insetticidi o pesticidi; questi prodotti raggiungono lo scopo di eliminare gli insetti dannosi, a un costo basso, ma uccidono anche gli insetti e gli organismi utili proprio alla protezione della vegetazione

La lotta biologica, quindi l’impiego di insetti predatori per proteggere la vegetazione, è molto antica, risale addirittura all’antica Cina del IV secolo, ma è a partire dall’Ottocento che inizia a diffondersi fino a diventare una pratica frequente.

Perché è importante la lotta biologica?

Qual è il problema principale da affrontare, che rende così importante la lotta biologica in agricoltura e, più in generale, nella gestione delle aree verdi? 

Ogni ecosistema presenta un equilibrio naturale tra predatori e prede, che favorisce lo sviluppo della vegetazione e la preserva. 

Con i continui scambi commerciali di specie vegetali tra aree del mondo anche molto distanti tra loro, a spostarsi non sono solo le piante, ma anche i parassiti

Purtroppo, però, a ogni parassita corrisponde un predatore, ma nel momento in cui il primo viene trasferito in una zona in cui il secondo è assente l’equilibrio al quale abbiamo fatto riferimento prima viene a mancare

Il risultato è una infestazione di parassiti per i quali non esistono, in quel particolare territorio, predatori naturali.  

Grazie allo sviluppo della entomologia agraria – una branca dell’Entomologia applicata che studia insetti, artropodi e vari altri organismi sotto il profilo delle loro interazioni dirette o indirette con l’agricoltura e i suoi prodotti – la lotta biologica ha raggiunto livelli di efficacia ed efficienza molto elevati, seppur all’interno di un equilibrio estremamente complesso e delicato che non è facile preservare.  

Sì, perché non si tratta solo di introdurre un insetto predatore che elimina o contiene in un range sostenibile i parassiti, perché si rischia di innescare un circolo vizioso. Una specie ritenuta utile per proteggere la vegetazione può a sua volta minacciare l’ecosistema in altro modo

Quali sono i nemici naturali?

Abbiamo parlato di nemici naturali, ovvero specie in grado di predare o uccidere gli insetti nocivi, capaci di produrre danni alle coltivazioni e alla vegetazione, anche ornamentale. 

Un nemico naturale di successo dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: 

  • un alto tasso di riproduzione; 
  • una buona capacità di ricerca;
  • specificità dell’ospite;
  • essere adattabile a diverse condizioni ambientali;
  • essere sincronizzato con il suo ospite (parassita).

I nemici naturali si dividono in tre gruppi: 

  • predatori;
  • parassitoidi;
  • agenti patogeni.

Ciascuno di questi agenti di controllo è un nemico naturale che può essere utilizzato per ridurre, ritardare o prevenire le infestazioni da parassiti

1.  Predatori

Gli insetti sono una parte importante della dieta di molti vertebrati, inclusi uccelli, anfibi, rettili, pesci e mammiferi, ma nella lotta biologica si impiegano soprattutto insetti e predatori artropodi, a causa della brevità del loro ciclo di vita naturale. 

Importanti predatori di insetti includono: 

  • coccinelle;
  • coleotteri di terra;
  • coleotteri vagabondi (come lo scarabeo);
  • insetti dei fiori;
  • merletti e mosche volanti;
  • altri insetti predatori. 

I ragni e alcune famiglie di acari sono anche predatori di insetti, specie di parassiti di acari e altri artropodi.

Non tutti gli insetti predatori o parassiti sono benefici; alcuni uccidono i nemici naturali dei parassiti invece dei parassiti stessi, quindi è fondamentale assicurarsi di identificare correttamente un insetto come benefico prima di lavorare per aumentare la sua popolazione.

2. Parassitoidi

Si tratta di insetti e larve che instaurano un rapporto di simbiosi con altre specie, sfruttando le loro risorse. Sono una sorta di ibrido tra un insetto e un parassita. Molte specie di vespe e alcune mosche sono parassitoidi.

Un esempio sono le larve di alcuni insetti, che si sviluppano come parassiti all’interno del corpo di un ospite, per poi ucciderlo quando raggiungono lo stadio successivo. 

Qual è la differenza tra un parassita e un parassitoide? Mentre un parassita si nutre dell’ospite, dalla cui vita però dipende la propria sopravvivenza, un parassitoide uccide l’ospite quando non ne ha più bisogno

L’impiego di questa tipologia di nemico naturale è più complesso, e richiede una selezione e identificazione molto accurata.

3. Agenti patogeni

Gli insetti, come altri animali e piante, sono infettati da batteri, funghi, protozoi e virus che causano malattie, ma alcuni di questi agenti patogeni sono benefici.

Di conseguenza, il loro impiego nella lotta biologica potrebbe ridurre il tasso di alimentazione e crescita degli insetti nocivi, rallentarne o impedirne la riproduzione, o eliminarli

I tre approcci della lotta biologica

Esistono tre tipi di controllo biologico ampi che possono essere messi in campo per proteggere coltivazioni e verde urbano: 

  1. conservazione, ovvero la “protezione” dei nemici naturali esistenti; 
  2. controllo biologico classico, ovvero l’introduzione di nemici naturali in una nuova località; 
  3. aumento, attraverso l’allevamento di massa e il rilascio periodico dei nemici naturali.

1. Conservazione

Il primo metodo di lotta biologica consiste nella conservazione della biodiversità esistente, all’interno di una situazione di equilibrio alquanto stabile. 

Cosa vuol dire? Se in un dato luogo sono presenti insetti nocivi e predatori naturali (insetti, parassitoidi e agenti patogeni), è importante cercare di preservare questo equilibrio, ad esempio evitando o riducendo al minimo l’impiego di insetticidi – che, come spiegato, potrebbe uccidere anche i nemici naturali – e preferendo prodotti più mirati e selettivi, ma anche favorendo e supportando il prosperare delle specie utili

Un esempio è il Trichoderma, un fungo utile al controllo biologico con un’azione biostimolante che, oltre ad attaccare o inibire direttamente diversi fitopatogeni, è in grado di interagire con le piante ospiti promuovendone così lo sviluppo.

2. Controllo biologico classico

La conservazione è un ottimo approccio di lotta biologica in presenza di un equilibrio di base solido, ma nel momento in cui si presenta una infestazione di insetti nocivi alieni, quindi provenienti da altri luoghi, è necessario introdurre dei nemici naturali altrimenti assenti

I nemici naturali vengono rilasciati con cura, spesso in modo graduale, prestando attenzione al corretto tempismo nei cicli di vita del nemico e dei parassiti, in un sito in cui il parassita bersaglio è abbondante e dove il disturbo dei nemici appena rilasciati è ridotto al minimo. 

Sebbene questo processo sia lungo e complesso, quando ha successo i risultati possono essere impressionanti e permanenti, purché nelle pratiche di produzione si presti attenzione per ridurre al minimo gli effetti negativi sul nemico naturale.

Perché, ricordiamolo, ogni organismo è preda e predatore allo stesso tempo.  

Un esempio particolarmente rilevante per il nostro Paese è da individuare nella lotta biologica alla cimice asiatica, giunta nel nostro paese circa 10-20 anni fa dall’Estremo Oriente, con conseguenze disastrose sulle coltivazioni italiane.  

Essendo una specie aliena, si è individuato il predatore naturale della cimice asiatica, la Trissolcus japonicus, una vespa giapponese altrimenti nota come “vespa samurai”, un insetto parassitoide che deposita le uova in quelle delle cimici e ne impedisce la schiusa. 

Al momento i ricercatori stanno studiando le modalità più sicure per introdurre una specie aliena, come la vespa samurai, nel nostro ecosistema. 

3. Aumento

Questa tipologia di lotta biologica presuppone il rilascio supplementare di nemici naturali già presenti in quel territorio

Il rilascio può essere di due tipi: 

  1. inoculativo, che consiste nel rilascio di nemici naturali in un momento critico della stagione;
  2. inondativo, con il rilascio di milioni di individui di una particolare specie di nemici naturali.

Anche in questo modo la selezione e il rilascio devono avvenire in modo molto preciso, onde evitare danni collaterali altrettanto negativi. 

Conclusioni

Proteggere la vegetazione è di fondamentale importanza, sia dal punto di vista economico – per quanto concerne l’agricoltura – sia da quello ambientale, senza sottovalutare il ruolo della lotta biologica nella preservazione di giardini e parchi

Le aziende specializzate possono reperire ciò di cui hanno bisogno per il controllo biologico di un’area, come ad esempio l’acquisto di nemici naturali o l’allevamento di alcune specie di insetti, che variano in base ad alcuni fattori, tra cui la dimensione della serra o dell’area da trattare, la principale tipologia di piante coltivate, la natura del problema da risolvere e la sua portata, le condizioni di crescita.

Si ringrazia “Bignotti Green Biotechnology” per il supporto informativo e documentale necessario alla stesura del presente articolo.

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