Il cambiamento climatico impone azioni concrete e urgenti, che non possono però limitarsi a una reazione in seguito a un evento catastrofico, come può essere un’inondazione o un periodo di secca prolungato. È necessario agire preventivamente e mettere in campo delle strategie di adattamento del paesaggio ai cambiamenti che il clima ci sta presentando, già da tempo.
Come spiega la NASA, adattarsi alla vita in un clima che cambia implica l’adattamento al clima futuro reale o previsto.
L’obiettivo è sì ridurre i rischi derivanti dagli effetti dannosi dei cambiamenti climatici – come l’innalzamento del livello del mare, eventi meteorologici estremi sempre più intensi -, ma anche imparare a sfruttare eventuali opportunità benefiche associate a questi cambiamenti, come per esempio stagioni di crescita più lunghe o maggiori rendimenti in alcune regioni.
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Cosa si intende con adattamento?
Secondo quanto riportato in un documento della IPCC – acronimo di Intergovernmental Panel on Climate Change, è l’organismo delle Nazioni Unite istituito nel 1988 per la valutazione di tutta la produzione scientifica relativa al cambiamento climatico – dal titolo “Adaptation Needs and Options”, l’adattamento implica la riduzione del rischio e della vulnerabilità, ovvero cercare opportunità e sviluppare la capacità di nazioni, regioni, città, settore privato, comunità, individui e sistemi naturali di far fronte agli impatti climatici, nonché mobilitare tale capacità implementando decisioni e azioni.
Continuando nella lettura, si può constatare che l’adattamento richiede informazioni adeguate sui rischi e sulle vulnerabilità al fine di identificare le esigenze e gli strumenti adeguati per ridurre i pericoli e sviluppare capacità.
Nel definire un approccio all’adattamento, è importante coinvolgere persone con conoscenze, esperienze e background diversi nel definire e raggiungere un approccio condiviso per affrontare le sfide.
Come si procede?
In passato, l’identificazione dei bisogni era spesso basata su valutazioni di impatto, ma oggigiorno vengono sempre più utilizzate valutazioni della vulnerabilità sociale o della resilienza.
Cosa vuol dire? La valutazione di impatto, tratta principalmente della gestione del rischio e dei disastri e si concentra sugli effetti negativi che eventi naturali pericolosi possono avere su un determinato luogo. L’enfasi, in questo approccio, è sugli aspetti fisici e biologici degli impatti stessi.
Il quadro della vulnerabilità sociale, invece, si concentra sulle ragioni e sui modi in cui individui, gruppi e comunità sono vulnerabili agli impatti climatici. Qui, l’attenzione si concentra su come diversi fattori, ad esempio le istituzioni, modellano le condizioni socio-economiche in cui si trovano le popolazioni umane a rischio.
Esistono vari approcci alle strategie di adattamento, da quelle sociali a quelle istituzionali, passando per quelle di natura strutturale. A tal proposito, riportiamo di seguito alcune azioni che possono essere messe in campo:
- azioni di tipo fisico/strutturale: attraverso, per esempio, la promozione di un cambiamento nelle pratiche agricole che si traduce nella scelta di varietà colturali più resistenti alla siccità, interventi strutturali sul paesaggio per difendersi dal rischio di inondazione, stoccaggio di acqua, ecc.;
- azioni sul piano sociale: mediante un processo di sensibilizzazione sul tema della tutela e protezione dell’ambiente, di perfezionamento dei sistemi di allarme preventivi, ecc;
- azioni sul piano politico: attraverso l’implementazione di assicurazioni contro i cambiamenti climatici, piani di adattamento e prevenzione delle calamità, ecc.
In questo articolo proveremo a concentrarci su ciò che ci riguarda più da vicino, ovvero la gestione del paesaggio urbano.
Come adattare il paesaggio al cambiamento climatico?
Adattare il paesaggio al cambiamento climatico è un’azione cruciale per affrontare le sfide imposte dai mutamenti climatici in corso. Questo concetto implica la modifica e la gestione degli ambienti naturali in modo tale da renderli più resilienti agli effetti del cambiamento climatico, come per esempio l’aumento delle temperature, del livello del mare, le piogge intense e la siccità.
Ecco alcune strategie utilizzate per adattare il paesaggio al cambiamento climatico:
- gestione delle risorse idriche: implementare pratiche di conservazione dell’acqua, come la raccolta delle acque piovane, la costruzione di bacini di ritenzione e la riduzione dell’uso dell’acqua per l’irrigazione, progettando, ad esempio, giardini a basso consumo d’acqua con piante resistenti alla siccità o un cosiddetto Dry Garden, ovvero un giardino senza irrigazione. Adottare sistemi di irrigazione controllati da remoto, integrati con sensori pioggia e/o umidità, contribuisce a garantire una gestione più accurata delle risorse idriche e a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici sul settore agricolo, promuovendo al contempo la produttività e la resilienza delle colture;
- progettazione del paesaggio resiliente: utilizzare piante native e resistenti alla siccità nei progetti paesaggistici per ridurre la dipendenza dall’irrigazione e promuovere la biodiversità;
- infrastrutture verdi: creare parchi urbani, corridoi verdi e cinture di vegetazione per ridurre l’impatto delle ondate di calore, migliorare la qualità dell’aria e fornire habitat per la fauna selvatica;
- gestione delle coste e degli ecosistemi costieri: utilizzare tecniche di ripristino delle dune, la piantumazione di mangrovie e la costruzione di barriere artificiali per proteggere le comunità costiere dagli eventi meteorologici estremi e dall’erosione costiera;
- pianificazione urbana resiliente: incorporare criteri di adattamento al cambiamento climatico nelle politiche di pianificazione urbana, come la limitazione dello sviluppo nelle zone a rischio di inondazione e l’aumento della permeabilità del suolo nelle aree urbane per ridurre il rischio di allagamenti;
- educazione e coinvolgimento della comunità: coinvolgere attivamente le comunità locali nelle decisioni riguardanti l’adattamento al cambiamento climatico attraverso programmi di sensibilizzazione, educazione e partecipazione pubblica.
In generale, adattare il paesaggio al cambiamento climatico richiede un approccio olistico e collaborativo che coinvolga Governi, enti locali, organizzazioni non governative e cittadini per affrontare in modo efficace le sfide ambientali in evoluzione.
Noi di HW Style siamo pronti a dare il nostro contributo per costruire un paesaggio adatto alle sfide che il clima ci presenterà nel prossimo futuro, e vogliamo farlo mettendo a disposizione un team specializzato, costantemente aggiornato, soluzioni all’avanguardia e progetti in grado di rispondere in modo puntuale alle esigenze che l’ambiente ci richiede con sempre più forza.